Sta tramontando l’epoca in cui la cibercriminalità era attratta dai dati d’accesso ai conti bancari o alle password utilizzate per accedere a determinati servizi della rete. Oggi gli internauti sono sempre più spesso confrontati con tentativi di ricatti operati da ciber criminali senza scrupoli che prendono di mira PC, e Smartphones ma anche qualsiasi apparecchio collegato in rete.
Chi ha dovuto fare i conti con il virus Cryptolocker non se ne dimenticherà per un bel pezzo: l’unica finestra che appariva sui PC infetti era un’immagine di minacce con la richiesta di riscatti per diverse centinaia di franchi per poter riutilizzare la macchina infettata da pagarsi in Bitcoin che rende l’identificazione dell’autore dell’operazione praticamente introvabile.
Il malware Cryptolocker può insinuarsi su qualsiasi apparecchio collegato alla rete (anche televisori) e i sistemi di protezione non lo individuano che quando il danno è ormai fatto.
Red.MM/ATS/Swing