Il tablet sul tavolo per permettere ai genitori di mangiare in pace. Lo smartphone nella carrozzina quando il bimbo fa troppo rumore sul bus. Molti genitori non solo usano i dispositivi digitali, ma li danno anche ai loro figli, sottolinea un approfondimento di SRF.
Il servizio di Radio SRF 1
Questo tipo di comportamento può però essere dannoso per i più piccoli e la Francia sta lavorando a una legge per limitare l’esposizione agli schermi per i bimbi. In Svizzera non sono previste misure simili a livello nazionale, ma in alcuni cantoni qualcosa si sta muovendo.
A Basilea Città, la granconsigliera Anouk Feurer vuole un intervento delle autorità. La verde sta anche lavorando a una tesi sui potenziali effetti negativi degli schermi e sottolinea che i bambini, nei primi anni di vita, devono sviluppare molte capacità. Il tempo passato davanti a uno schermo può però compromettere questi sviluppi e portare a difficoltà nel parlare, concentrarsi e a stabilire relazioni stabili.
Dei timori che confermati da studi scientifici. “Ogni minuto che un bambino trascorre davanti allo schermo è un minuto perduto” afferma Eva Unternährer, del Dipartimento di ricerca psichiatrica infantile e adolescenziale delle Cliniche psichiatriche universitarie di Basilea. Secondo la ricercatrice, meno tempo si passa davanti a uno schermo fino ai tre anni, meglio è. Una posizione condivisa anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ma dopo i tre anni l’impatto è meno chiaro e non esistono linee guida definite sul tempo che i bambini dovrebbero passare con smartphone, tablet e altri dispositivi.
Ruolo centrale dei genitori
Secondo Unternährer è importante il lavoro di prevenzione con i genitori, che dovrebbe cominciare prima della nascita, nell’ambito dei corsi pre-parto. In generale il ruolo dei genitori è fondamentale nell’accompagnare i bimbi nell’uso e consumo dei media digitali, in modo che possano imparare a usarli in modo consapevole e poter chiedere spiegazioni su quanto stanno vedendo.
Un altro possibile problema è la percezione dei genitori sul tempo passato davanti allo schermo che, rileva Unternährer, può essere visto come positivo, per preparare i figli al mondo digitale del futuro. Questo può essere vero in età più avanzata, afferma la ricercatrice, ma non per i bimbi più piccoli.
Iniziative a livello politico
La granconsigliera Feurer, in un’interpellanza al Consiglio di Stato di Basilea Città, chiede proprio quali siano le informazioni e consigli a disposizione dei genitori e attraverso quali canali vengano offerti, oltre a richiedere di valutare l’impatto di queste iniziative.
La proposta della verde liberale Sandra Bothe-Wenk si spinge oltre e chiede una regolamentazione omogenea a livello cantonale che preveda una scuola primaria senza smartphone e di potenziare l’insegnamento sull’uso dei dispositivi digitali e la prevenzione legata all’uso dei social media.
Secondo la politica, senza la costante distrazione degli smartphone, i bambini potrebbero concentrarsi meglio sull’educazione e la socializzazione con i compagni.
L’articolo originale è stato pubblicato da SRF e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.