Inchiesta

I droni israeliani acquistati da Berna soffrono il freddo

I sei mezzi da ricognizione senza pilota ordinati dall’esercito svizzero dieci anni fa non possono volare quando è previsto il gelo - Un problema noto da anni ma mai risolto

  • Oggi, 05:31
401257303_highres.jpg

I velivoli dovevano entrare in servizio nel 2019

  • Keystone
Di: Claude-Olivier Volluz (RTS)/sf 

È uno dei gioielli del più grande produttore militare israeliano, Elbit Systems: il drone Hermes 900, con la sua apertura alare di 17 metri, testato per la prima volta in Svizzera nel 2012, a Emmen. Secondo il produttore, questo drone ha un’autonomia di 30 ore e può volare all’altezza di un aereo di linea, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

L’esercito israeliano lo utilizza sul campo e gli esperti affermano che è in grado di seguire con estrema precisione un obiettivo in movimento, ad esempio all’interno di un veicolo.

Dieci anni fa, quando la Svizzera ne ordinò 6 esemplari al prezzo di 250 milioni di franchi per la sua sorveglianza aerea, l’apparecchio faceva venire l’acquolina in bocca ai militari. Ma oggi, il bilancio è impietoso. Le promesse fatte al momento dell’acquisto non sono state mantenute.

I problemi dei droni israeliani (Froum, RTS, 22.01.2025)

Promesse infrante

La cellula inchieste della RTS ha potuto consultare un opuscolo promozionale del drone Hermes 900 datato 2016, l’anno della firma dei contratti di acquisizione da parte della Svizzera. Questo documento menziona voli realizzabili in tutte le circostanze, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

Tuttavia, quasi dieci anni dopo, questa promessa è rimasta vuota. I voli nel grande freddo sono ancora impossibili, poiché il sistema di sghiacciamento non è ancora operativo. Questi voli sono addirittura vietati in condizioni di gelo dall’autorità dell’aviazione civile di Israele, come attesta un documento di certificazione israeliano datato 28 gennaio 2024.

Rivelazioni pubbliche nel 2020

All’epoca del dibattito parlamentare sull’acquisto dell’Hermes 900, queste sfide non erano tra i temi in discussione. Non se ne fa menzione nel messaggio del Consiglio federale sull’acquisto di materiale bellico del 2015. In questo documento, l’Hermes 900 è descritto come capace di attraversare le Alpi anche con il maltempo, senza ulteriori precisazioni.

È stato nel 2020 che il problema è stato rivelato per la prima volta al pubblico, tramite un rapporto del Dipartimento federale della difesa i cui estratti sono trapelati ai media. Questo documento esprimeva preoccupazioni riguardo all’omologazione del sistema di sghiacciamento e alla necessità di sbloccare ulteriori crediti per risolvere il problema.

Omologazione in sospeso

Da allora non è cambiato nulla. L’omologazione del sistema di sghiacciamento è stata affidata al fornitore, Elbit Systems. E nessuna delle fasi, che deve passare attraverso quattro diversi livelli, è stata completata per ora.

Per prima deve esprimersi l’Autorità dell’aviazione civile israeliana, poi l’Agenzia dell’Unione Europea per la sicurezza aerea, seguita dall’Ufficio federale dell’aviazione e infine dall’Autorità per l’aviazione militare.

Quando potrà essere completato l’intero processo di omologazione? Armasuisse non risponde precisamente a questa domanda: “L’omologazione di un sistema di sghiacciamento è un processo complesso che si estende su un lungo periodo. La capacità di volare in condizioni di formazione di ghiaccio è prevista per le fasi successive del progetto”.

Un silenzio persistente

Perché il primo livello di omologazione non è ancora stato raggiunto? L’Autorità dell’aviazione civile israeliana fa sapere che non comunica su questioni relative alla proprietà intellettuale di Elbit Systems.

Armasuisse rimane laconica: “Il fornitore Elbit incontra difficoltà nell’implementazione tecnica del sistema di sghiacciamento. Ne derivano ritardi nell’integrazione del sistema sull’ADS 15” indica il capo della comunicazione, Kaj-Gunnar Sievert.

Il produttore israeliano non ha risposto alle richieste della RTS. Tutt’oggi, sul suo sito internet, Elbit Systems afferma che il suo drone Hermes 900 è dotato di un sistema di sghiacciamento completamente operativo.

Pagamenti completi per consegne parziali

Mentre un’entrata in servizio era stata annunciata in Svizzera per il 2019, gli apparecchi volano ancora oggi solo a scopo di prova e formazione. E la Svizzera ha già pagato quasi tutto ciò che doveva a Elbit Systems.

Oltre al sistema di sghiacciamento, sono state osservate carenze anche nel sistema di evitamento degli ostacoli in volo, come ha rivelato un’inchiesta della SRF che ha provocato reazioni a Berna.

Segnali d’allarme precoci

Nel 2016, la filiale statunitense di Elbit Systems è stata accusata da TMC Aerospatiale, una società concorrente, di aver tentato di sottrarre i segreti del suo sistema di sghiacciamento. Una denuncia per violazione di brevetto e appropriazione indebita di segreti commerciali è stata presentata presso un tribunale dello Stato della California.

“La procedura per violazione di brevetto non ha in linea di principio nulla a che vedere con lo stato di sviluppo del sistema di sghiacciamento per l’ADS 15, poiché da allora si punta su un’altra tecnologia”, risponde il capo della comunicazione di Armasuisse, Kaj-Gunnar Sievert.

Resta il fatto che questa controversia dimostra le incertezze in questo dossier. Mentre Elbit Systems vantava i meriti di un drone capace di affrontare qualsiasi tipo di condizione meteorologica, la società e i suoi partner svizzeri cercavano una soluzione per rendere operativo un sistema di sghiacciamento.

02:28

Il Controllo delle finanze critica l'esercito

Telegiornale 23.01.2025, 12:30

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare