L’Arabia Saudita ha annunciato nel 2017 l’ambizioso progetto di una città futuristica sulle coste del Mar Rosso. Battezzato “Neom”, prevede diversi insediamenti, residenziali, industriali, turistici e agricoli, ma da quando è stato lanciato ha accumulato i problemi. L’ultimo, in ordine di tempo, sono le dimissioni del direttore generale alla fine del 2024.
Un rendering di come la città avrebbe dovuto presentarsi dall'interno
Il cuore di Neom doveva essere The Line, una città formata da due grattacieli paralleli alti 500 metri, collegati per formare un insediamento lineare lungo 170 chilometri. All’interno un concetto inedito: una città organizzata su più livelli verticali., in cui gli abitanti possano vivere, lavorare e divertirsi in una serie di spazi sovrapposti, con tutti i servizi essenziali raggiungibili in 5 minuti a piedi. Il tutto circondati da giardini pensili e fattorie verticali nel bel mezzo del deserto. Sotto la città è previsto un sistema di trasporto rapido, che premetterebbe di collegare le due estremità in 20 minuti, mentre la superficie sarebbe senza auto.
I problemi della città del futuro (Forum, RTS, 05.01.2025)
Il progetto, dal costo stimato di 500 miliardi di dollari, è però stato drasticamente ridimensionato. Entro il 2030 solo un tratto di 2,4 chilometri dovrebbe essere completato, per ospitare 300’000 persone, contro i 9 milioni inizialmente previsti.
Difficoltà finanziarie
Il sogno della città del futuro si è scontrato con la realtà
La riduzione del progetto si spiega in gran parte da problemi finanziari. Il prezzo del barile di petrolio rimane al di sotto dei 98 dollari necessari per equilibrare il bilancio, e gli investitori stranieri sono poco inclini a impegnarsi.
Ancora più importante, sul cantiere pendono accuse di violazioni dei diritti umani. Secondo il Wall Street Journal, tra i 100’000 lavoratori mobilitati su questo sito perso nel deserto, ci sarebbero stati casi di stupri collettivi, tentativi di omicidio e traffico di droga. Le autorità, invece, parlano di “incidenti marginali”.
In un rapporto di 79 pagine intitolato Die First, and I’ll Pay You Later, l’ONG Human Rights Watch descrive condizioni di lavoro che a volte somigliano al lavoro forzato, in particolare nei cantieri del piano Vision 2030, l’ambizioso progetto di riforma sostenuto da Mohammed bin Salman, principe ereditario e leader de facto del Paese.
Altre priorità
L'isola di Sindalah
Ma non tutto sembra ancora perduto per il progetto. Lo scorso ottobre, una prima parte di Neom ha visto la luce: Sindalah, una stazione balneare di lusso sul Mar Rosso. Siamo lontani dalla città futuristica promessa, ma più vicini al turismo di alta gamma.
L’Arabia Saudita sta anche preparando la Coppa del Mondo di calcio 2034 e l’Esposizione Universale 2030. Così, il regno si concentra maggiormente su infrastrutture concrete, come stadi e aeroporti.
Tra questi progetti, il Neom Stadium, un impianto da 46’000 posti sospeso a 350 metri tra due grattacieli. Il principe ereditario sembra aver capito che il realismo deve ora prevalere sui sogni di fantascienza.
La battaglia del Mar Rosso
RSI Info 08.01.2025, 08:33