Analisi

La guerra a Gaza provoca una frattura nel PS

Gli svizzeri in Israele lasciano la sezione internazionale del Partito socialista svizzero in segno di protesta - Una polemica che non è nuova nella diaspora svizzera

  • 7 giugno, 05:39
  • 25 settembre, 12:37
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Carlo Sommaruga discute con una studentessa durante l'occupazione dell'Università di Losanna (8 maggio 2024)

  • Keystone
Di: Balz Rigendinger (swissinfo.ch)/sf 

Carlo Sommaruga ed Erich Bloch, due membri del partito socialista (PS), hanno molto in comune e qualcosa che li divide: entrambi siedono nel Consiglio degli svizzeri all’estero, sono ben preparati e hanno una posizione chiara sulle questioni relative a Gaza e Israele, sottolinea swissinfo.ch.

Non è un segreto che i due non siano mai stati particolarmente vicini. Ma si sono sempre tollerati, tra saluti accennati e prese in giro, fino all’escalation della guerra di Gaza. La questione della Palestina è stata il punto di rottura. Ora la spaccatura si è estesa all’intero PS e al Consiglio degli svizzeri all’estero.

Lotte nel Consiglio degli svizzeri all’estero

Erich Bloch è un socialista. Con la doppia cittadinanza svizzera e israeliana, vive in Israele e da decenni s’impegna con passione per la causa del PS svizzero e quella di Israele.

Anche Carlo Sommaruga è socialista. L’avvocato ginevrino rappresenta il suo Cantone al Consiglio degli Stati e si prodiga con altrettanta passione per la causa palestinese.

Bloch e Sommaruga si sono spesso incontrati nel Consiglio degli svizzeri all’estero, il “Parlamento” della diaspora elvetica. Sommaruga fa parte del consiglio di amministrazione; Bloch è stato delegato per Israele per 18 anni, fino al 2023. Il Consiglio si riunisce due volte all’anno nella Confederazione. Bloch ha spesso presentato mozioni relative a Israele o al trattamento delle persone ebree da parte della Svizzera.

Sommaruga: “Non sono antisemita”

Fino alla guerra di Gaza, entrambi i politici erano anche convinti sostenitori della soluzione dei due Stati. Una volta si sono quasi incontrati in Israele, durante un viaggio di Sommaruga. Il senatore chiamò Bloch, che voleva mostrargli il Paese, ma insistette per un incontro a Gerusalemme Est, la parte della città rivendicata dai palestinesi. L’incontro non si concretizzò nemmeno quando Sommaruga propose l’aeroporto come alternativa.

Carlo Sommaruga vuole chiarire di non essere un antisemita. “Sono impegnato nella lotta contro l’antisemitismo”, dice, anche solo per tradizione familiare. “Mia madre e i miei nonni portarono gli ebrei dall’Italia in Svizzera per sfuggire ai nazisti”.

A maggio 2024, nelle università elvetiche si sono svolte numerose proteste pro-palestinesi, un movimento che ha ripreso vigore. Sommaruga dichiara ora apertamente le sue posizioni contro il Governo israeliano – durante la campagna elettorale per il seggio al Consiglio degli Stati le aveva nascoste, ignorando tutte le domande su eventuali contatti con Hamas. La rielezione di Sommaruga al Consiglio degli Stati è stata una sfida. Ha dovuto affrontare un secondo turno di votazioni appena un mese dopo l’attacco di Hamas in territorio israeliano nell’ottobre 2023, quando qualsiasi legame con Hamas non poteva che nuocere. Solo dopo la sua elezione ha parlato in un’intervista di possibili punti di contatto inconsci con l’organizzazione, e allo stesso tempo si è espresso a favore del dialogo con la stessa, affermando che si tratta di un “attore inevitabile” nella ricerca di una risoluzione.

Sommaruga ha sempre aderito al BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), il movimento internazionale che chiede il boicottaggio di Israele. Un’organizzazione controversa che la Germania, per esempio, ha classificato come antisemita e che sta monitorando come “sospetto caso di estremismo”. Ciò contrasta con una sentenza del 2020 della Corte europea dei diritti dell’uomo, che non ha definito le azioni del BDS come atti di odio o di violenza, ma le ha invece collocate nell’ambito della libertà di espressione. Sommaruga è anche presidente del Gruppo parlamentare di amicizia Svizzera-Palestina.

“Superata la soglia del dolore”

L’8 maggio 2024, il Consigliere di Stato Sommaruga visita la protesta all’Università di Losanna. “Come parlamentare, come Carlo Sommaruga”, come dice lui stesso. E intende dire: non tanto come rappresentante del PS.

Gli studenti e le studentesse chiedono all’ateneo vodese d’interrompere la sua collaborazione con le università israeliane a causa del conflitto in corso. Boicottare Israele: Sommaruga sostiene pubblicamente la richiesta di boicottare Israele.

“Carlo Sommaruga ha superato la mia soglia del dolore”, afferma Erich Bloch. Sottolinea di non sostenere l’attuale strategia di Israele nella guerra di Gaza. “Non fa altro che danneggiare ancora di più la reputazione della popolazione israeliana”. Critica aspramente il Governo israeliano guidato da Netanyahu. Tuttavia, secondo Bloch, le università israeliane non hanno nulla a che fare con la guerra.

Il ritiro è un “segnale chiaro e serio”

Le università di Haifa e Tel Aviv sono in parte finanziate da filantropi elvetici, afferma Bloch, e molti studenti con passaporto rossocrociato studiano all’Istituto Weizmann di Rehovoth. “La Svizzera beneficia più dei risultati della ricerca israeliana che viceversa”, afferma.

Deluso dal suo collega di partito Sommaruga, Bloch ha deciso d’inviare un “segnale chiaro e serio”: l’antenna israeliana del PS lascerà il partito, sciogliendo in altre parole questo ramo estero del PS, fondato dallo stesso Bloch. Il fatto che una sezione straniera lasci la formazione politica per protesta non ha precedenti nella storia del PS svizzero. “Siamo profondamente dispiaciuti”, ha dichiarato il partito in risposta a una richiesta d’informazioni.

Secondo Bloch, i membri della sezione israeliana del PS sono circa 80. Non è molto. Sommaruga sospetta addirittura che si tratti di una manciata di conoscenti. “Bloch non ha mai presentato una lista di membri alla sede del partito”, dice il senatore socialista.

“Abbiamo dato il nostro contributo alle elezioni del Consiglio nazionale del 2023 e dato la possibilità di votare a molte persone residenti in Israele”, ribatte Bloch, secondo il quale Sommaruga non ha mai riconosciuto questo sforzo, ma lo ha costantemente sminuito.

La posizione di Sommaruga sarà presto discussa anche in seno al Consiglio degli svizzeri all’estero. Una petizione della diaspora elvetica in Israele vuole obbligare questo suo membro a rimanere neutrale.

“Eventi tragici”

Sommaruga non vuole commentare il ritiro della sezione israeliana del Partito socialista svizzero internazionale. A swissinfo.ch ha spiegato così la sua solidarietà con le proteste anti-israeliane nelle università di Ginevra e Losanna: “La storia del Medio Oriente non è iniziata il 7 ottobre 2023. Si è trattato di un evento tragico e di un atto di terrorismo inaccettabile, ma la storia della sofferenza del popolo palestinese inizia prima del 1948 e si esprime ancora oggi con la Nakba permanente”. Il termine “Nakba” (“catastrofe”) si riferisce all’espulsione o alla fuga dei palestinesi dal territorio del neonato Stato di Israele.

“Il fatto che la gioventù si stia mobilitando di fronte alle sofferenze del popolo palestinese è una grande cosa”, continua Sommaruga. Fa riferimento alle università spagnole che hanno invitato i loro istituti partner in Israele ad agire. Inoltre, “la scienza è sempre stata politica”, dice. Le università israeliane che non hanno preso posizione nonostante le violazioni del diritto internazionale stanno facendo politica con il loro silenzio, afferma.

“Hanno perso la bussola”

Il collega di partito di Sommaruga al Consiglio degli Stati, il professore universitario Daniel Jositsch, vede le cose in modo diverso. In un’intervista rilasciata a swissinfo.ch, parla di “colleghi di partito che hanno perso la bussola nel conflitto israelo-palestinese e si espongono troppo”. Sul quotidiano Le Temps, Jositsch afferma a proposito di Hamas: “Da tempo nel PS c’è la tendenza a sostenere gruppi problematici, anche se si è ufficialmente neutrali”.

Per inciso, Jositsch considera le proteste all’Università di Ginevra, dove Sommaruga si è pure recato, un reato penale. Jositsch è professore di diritto penale e per lui gli striscioni con lo slogan “From the river to the sea” (trad. “Dal fiume al mare”) un reato di discriminazione razziale, in quanto postula la cancellazione di Israele.

Pro-Palestina o pro-Israele?

La sinistra europea ha una lunga tradizione di solidarietà con la Palestina. Se inizialmente molti socialdemocratici erano entusiasti del giovane Stato di Israele e delle comunità che lo abitavano, i kibbutzim organizzati in modo cooperativo, la situazione è cambiata dopo il 1967, ovvero dopo la Guerra dei sei giorni. A causa degli attacchi aerei israeliani contro l’Egitto e della costruzione di un’alleanza con gli Stati Uniti, la sinistra ha percepito sempre più Israele come una nazione imperialista di stampo statunitense. Molti socialdemocratici si sono allontanati e da allora in poi hanno mostrato solidarietà con i movimenti palestinesi, identificati come vittime.

Di conseguenza, all’interno della sinistra sono emerse due correnti riguardo al Medio Oriente, che sono riuscite a coesistere per molto tempo. Da un lato, l’entusiasmo per il Paese del movimento dei kibbutz, a cui aderì Erich Bloch. Dall’altro, la solidarietà antisionista con la Palestina, a cui aderì Carlo Sommaruga.

Il partito stesso ha posto fine al movimento antisionista nel 2019 con una risoluzione contro l’antisemitismo. A fine febbraio 2024 ha approvato anche una risoluzione sulla guerra di Gaza, che documenta la volontà di ricercare un equilibrio, condannando gli atti di violenza sia israeliani che palestinesi. Ma il veleno del 7 ottobre 2023 ha avuto un effetto più forte di qualsiasi buona volontà: la spaccatura si è allargata.

L’articolo originale è stato pubblicato da swissinfo.ch e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

Nell’ambito dell’offerta “dialogo”, la SSR ha lanciato un grande sondaggio nazionale per scoprire come si sente la popolazione e cosa la preoccupa nella vita di tutti i giorni. La partecipazione al sondaggio è anonima e le risposte saranno trattate in modo confidenziale.

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Comunità israelite preoccupate anche in Svizzera

Telegiornale 02.06.2024, 20:00

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