Nel 2023 i giudici federali e cantonali hanno versato delle “tasse di mandato” ai loro partiti per un totale stimato a quasi tre milioni di franchi, secondo un’inchiesta di Temps Présent. Si tratta di somme fisse o percentuali del salario che non poggiano su nessuna base legale e sono considerate come un contributo ai partiti di cui sono membri.
La stragrande maggioranza dei giudici in Svizzera sono infatti membri di un partito. I parlamentari federali e cantonali propongono dei candidati in funzione di una chiave di riparto che riflette il peso politico dei partiti. Un sistema di “tasse” oggetto di molte critiche, perché può sollevare dubbi sull’indipendenza dei giudici di fronte a pressioni politiche.
La posizione dei giudici (Temps Présent, RTS, 21.11.2024)
Manco di trasparenza
Il montante esatto, così come le modalità di versamento di queste tasse, non sono per niente trasparenti, in particolare a livello cantonale. Sulla base di un formulario inviato a tutte le sezioni locali dei principali partiti politici dei sette cantoni romandi, la RTS è riuscita a risalire a quanto versano i giudici ai loro partiti.
I giudici romandi versano in totale tra i 500’000 e 660’000 franchi. I 19 cantoni svizzerotedeschi e il Ticino non sono stati consultati, ma sulla base dei versamenti romandi, viene estrapolata una forchetta tra 1,2 e 1,8 milioni di franchi. Si arriva dunque a un totale tra 1,8 e 2,46 milioni di franchi per i contributi cantonali.
A questi vanno aggiunti i versamenti dei 135 giudici federali, suddivisi tra i quattro Tribunali federali. Le cifre in questo caso sono molto più precise dato che, a partire da quest’anno, le nuove disposizioni sulla trasparenza nel finanziamento della politica impongono ai partiti di dichiarare i montanti versati dai loro magistrati al Controllo federale delle finanze.
Pubblicato in rete lo scorso settembre in un registro elettronico pubblico, i versamenti dei giudici federali sono di 681’600 franchi. Il totale a livello cantonale e federale va quindi dai 2’481’000 ai 3’141’000 franchi.
I giudici criticano il sistema
La maggior parte dei giudici interrogati da Temps Présent criticano apertamente questo sistema di tasse per i partiti. Il presidente del Tribunale federale, Yves Donzallaz, sottolinea che i giudici sono indipendenti, ma ritiene il sistema decisamente negativo per la loro immagine.
Martin Burger, già presidente dell’Alta Corte di Zurigo, è pure decisamente critico: “Forse non farà piacere sentirlo, ma la tassa al partito ha anche una funzione di protezione. Nel gergo mafioso si chiama pizzo. Chi paga continua a ricevere il sostegno del partito e a essere rieletto. Per chi non paga il futuro è meno certo”.
La presidente della Corte penale cantonale di Neuchâtel, Marie-Pierre de Montmollin, che presiede anche l’Associazione svizzera dei magistrati (ASM), teme che si possa sospettare i giudici di pagare per progredire nella loro carriera: “Questi contributi non influiscono sulle decisioni che vengono prese. Concretamente le due cose sono chiaramente separate. Ma le persone pensano che paghiamo per la nostra carica, e questo non va bene”.
Un recente sondaggio condotto dall’ASM tra i suoi ‘300 membri, rivela che l’83% delle 935 persone che hanno risposto, chiede di abolire questa tassa. Sul piano internazionale, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) critica regolarmente la Svizzera su questo tema. Questo gruppo di esperti del Consiglio d’Europa, di cui fa parte la Svizzera, afferma nel suo ultimo rapporto che queste tasse fa pesare un concreto rischio di corruzione sui giudici elvetici.
La politica è divisa
Nel campo della politica, c’è chi ritiene i contributi versati siano quisquilie, tenuto conto dei salari: 170’000 franchi in media per un giudice cantonale, tra 220’000 e 360’000 franchi a livello federale.
Manfred Bühler, consigliere nazionale democentrista e avvocato, definisce “grottesche” le critiche del GRECO. “Questi versamenti ai partiti sono un falso problema perché sono irrisori, nel bilancio dei partiti e come in rapporto al salario dei giudici. Ritengo però che siano una forma di riconoscenza legittima che i giudici danno annualmente al partito che li ha sostenuti”, afferma.
Dalla parte dei Verdi, che incassano fino a 22.000 franchi per ogni giudice federale eletto sulla tessera del partito, siamo pronti ad abolire la tassa, purché si trovi un altro sistema di finanziamento dei partiti.
Progetto ginevrino bloccato
Il consigliere agli Stati ginevrino Mauro Poggia e il suo partito, l’MCG, hanno depositato un progetto di legge cantonale per abrogare questa tassa imposta ai giudici. Il progetto è ancora pendente davanti al Gran Consiglio di Ginevra, bloccato da molti mesi. “Nessuno vuole più la trasparenza - afferma Poggia - Tutti questi paladini della legge sulla trasparenza che pretendono sistematicamente che si riveli tutto a livello amministrativo, qui sono tutti assenti. A destra e a sinistra, è la Santa alleanza per l’omertà”.
Le cose stanno però cambiando molto lentamente, soprattutto nella Svizzera romanda. Nell’autunno 2020 tutti i magistrati giurassiani hanno informato il Parlamento cantonale che, per preservare la loro indipendenza giudiziaria, non avrebbero più versato contributi di mandato ai loro partiti politici. A Neuchâtel, l’Associazione dei magistrati giudiziari chiede ai partiti politici di astenersi dal sollecitare contributi da giudici e procuratori. Raccomanda inoltre ai suoi membri di non pagare più i contributi obbligatori.
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Alphaville 26.11.2024, 11:05
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