Nel suo rapporto sulla crisi del Credit Suisse, pubblicato martedì, l’Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha denunciato i “ripetuti scandali” e gli “errori” nella gestione della banca che hanno portato alla perdita di fiducia dei clienti e al suo tracollo lo scorso marzo.
Proprio a seguito del caso CS, che a marzo è stato rilevato da UBS, il “gendarme” del sistema finanziario elvetico chiede strumenti più severi, in particolare la possibilità di infliggere delle multe.
Il Credit Suisse, si legge ancora nel documento, è entrato in crisi a causa di carenze nella strategia e nella gestione. “Gravi carenze nella gestione del rischio hanno avuto un ruolo praticamente in tutti i problemi”, sottolinea la FINMA. A causa di riorganizzazioni, costi elevati, multe e perdite, CS ha dovuto raccogliere ripetutamente capitali.
La FINMA afferma di aver esercitato la propria vigilanza sulla seconda banca svizzera in modo molto esteso, nell’ambito dei margini di legge esistenti. Dal 2012 ha condotto 43 indagini preliminari nei confronti di Credit Suisse. Ha emesso nove ammonizioni, presentato sedici denunce penali e concluso undici procedimenti esecutivi contro la banca e tre contro persone fisiche. Solo tra il 2018 e il 2022, la FINMA ha effettuato 108 ispezioni in loco presso il CS e ha individuato 382 punti che richiedevano un intervento.
La FINMA chiede più strumenti
Telegiornale 19.12.2023, 12:30