Julius Bär ha risolto il caso negli Stati Uniti nel quale era accusata di riciclaggio di denaro e corruzione in relazione allo scandalo in seno alla Federazione internazionale di calcio (FIFA). La banca svizzera ha trovato un'intesa con il Dipartimento di giustizia (DoJ), che prevede una clausola di non perseguimento per tre anni. È quanto riporta sul proprio sito Bloomberg.
Il gestore patrimoniale zurighese e le autorità giudiziarie americane avevano già concordato i punti chiave dell'accordo lo scorso novembre. Julius Bär si è impegnata a pagare 79,7 milioni di dollari (71,5 milioni di franchi al cambio attuale), formando un accantonamento corrispondente a spese del risultato finanziario 2020.
Il DoJ stava indagando sull'istituto elvetico dal 2015, concentrandosi sul presunto riciclaggio e la corruzione di funzionari FIFA e altri individui. Nella vicenda sono coinvolti anche media sportivi e società di marketing.
Nel febbraio 2020, l'Autorità federale di vigilanza dei mercati (FINMA) aveva strigliato la banca proprio per le gravi lacune emerse nella lotta contro il riciclaggio di denaro sporco, facendo riferimento sia al caso FIFA, sia a quello del gruppo petrolifero statale Petróleos de Venezuela (PDVSA). All'epoca, l'organo aveva ordinato a Julius Bär di prendere provvedimenti per far rispettare la legge in materia, proibendole temporaneamente complesse acquisizioni societarie. Questo divieto è stato poi tolto lo scorso marzo.