Il PIL svizzero, per effetto della crisi generata dal coronavirus, nel 2020 si contrarrà del 6,2%. È quanto prevede la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), che ha corretto leggermente al rialzo le stime del 23 aprile, quando prevedeva una caduta più pesante (-6,7%).
Se confermato, il dato (considerato al netto dei grandi eventi sportivi, che incidono sensibilmente perché in Svizzera hanno sede le federazioni internazionali) si tradurrebbe nel più grave crollo dal 1975. La SECO tuttavia ricorda che l'andamento della congiuntura è strettamente legato a quello della pandemia e che pertanto le previsioni sono caratterizzate da un elevato grado di incertezza.
Da un lato, la ripresa economica potrebbe essere più rapida del previsto, per esempio se le misure venissero allentate più rapidamente, se i consumatori in Svizzera fossero meno titubanti o se la ripresa all'estero dovesse essere più positiva del previsto. Dall'altro, però, rimane l'incognita della "seconda ondata", che potrebbe provocare nuove paralisi del sistema economico.