Continuano, nel centro di Mosul, la feroce battaglia tra le forze governative e i combattenti del sedicente Stato islamico, infiammatasi dopo la distruzione, mercoledì, della moschea Al Nouri, da dove nel 2014 il leader dei terroristi Abu Bakr Al Baghdadi proclamò la nascita del califfato.
L’organizzazione terrorista accusa gli americani di aver distrutto il luogo di culto e l’adiacente minareto, mentre gli Stati Uniti, che sostengono l’avanzata delle forze lealiste, puntano il dito contro gli jihadisti, affermando di non aver condotto raid aerei in quell’area nel momento del crollo.
Regna intanto ancora l’incertezza sulla sorte di Al Baghdadi, più volte dato per morto. La Russia ha ribadito a più riprese negli ultimi giorni di averlo ucciso nel corso di un attacco aereo lo scorso 28 maggio.
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