La situazione in Ucraina resta drammatica, ma quella fra Ucraina e Russia "è una guerra che non si può vincere". E' quanto ha detto il segretario generale dell'ONU, António Guterres, parlando con i giornalisti del conflitto che sta facendo vivere "l'inferno in terra" agli ucraini. "Prima o poi si dovrà muovere dai campi di battaglia al tavolo di pace. E' inevitabile. L'unica domanda è quante altre vite dovranno essere perse? Quante altre bombe dovranno cadere? Quanti altri ucraini e russi dovranno essere uccisi?", ha aggiunto.
Guerra in Ucraina: le immagini del 22 marzo
EBU/RSI 22.03.2022, 13:47
Zelensky vuole parlare con Putin
Intanto il presidente Volodymyr Zelensky è tornato a chiedere un colloquio diretto con il suo omologo Vladimir Putin, dicendosi pronto a discutere anche dello statuto della Crimea e del Donbass ma in cambio di "garanzie di sicurezza" anticipate e della fine delle ostilità. "Si tratta di una questione difficile per tutti", ha detto riferendosi all'annessione de facto della penisola sul Mar Nero, nel 2014 e alle regioni separatiste dell'est, di cui il Cremlino ha riconosciuto l'indipendenza un mese fa. Zelensky si è espresso in un'intervista, che è stata diffusa da diversi media nel corso della notte. Ha pure affermato che il popolo dovrà esprimersi sui compromessi raggiunti e di non volere che la storia "faccia di noi degli eroi e una nazione che non esiste più". Tuttavia, "l'Ucraina sarà distrutta" prima di arrendersi.
Kherson allo stremo
"I 300'000 cittadini di Kherson affrontano una catastrofe umanitaria a causa del blocco dell'esercito russo. Il cibo e le forniture mediche sono quasi finite, eppure la Russia si rifiuta di aprire corridoi umanitari per evacuare i civili. Le tattiche barbariche della Russia devono essere fermate prima che sia troppo tardi!". Lo scrive su Twitter Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli esteri ucraino.
A Mariupol restano 200'000 persone
Circa 200'000 persone sono rimaste nella città assediata di Mariupol, ha detto il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk. Gran parte della città è stata distrutta e deve far fronte a una grave carenza di acqua e cibo.
Anche attorno alla capitale Kiev non cessano i combattimenti, che si segnalano in particolare vicino a Boryspil, dove il sindaco ha sollecitato gli abitanti ad andarsene.
Secondo lo Stato maggiore dell'esercito ucraino sono oltre 80 i raid missilistici e i bombardamenti aerei compiuti martedì dalle forze armate russe contro infrastrutture militari e civili ucraine nelle regioni di Zhytomyr, Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Donetsk. Ventinove di questi attacchi, viene aggiunto, sono partiti dagli aeroporti di Baranavichy e Babrujsk, situati nel territorio della Bielorussia.
Tutte queste città, nonostante la pioggia di fuoco, continuano comunque a resistere. Il timore adesso è che Putin perda la pazienza ed alzi ulteriormente il tiro. I segnali già ci sono. Secondo funzionari della Nato, è sempre più "probabile" che la Bielorussia entri nel conflitto al fianco di Mosca. E secondo il presidente americano Joe Biden lo zar sta valutando l'utilizzo di armi chimiche e biologiche. Per non parlare della minaccia nucleare arrivata in serata dal Cremlino se la Russia dovesse ritenere "la sua stessa esistenza" in pericolo.