La guerra in Ucraina non si combatte solo con le armi ma anche con le parole e la narrazione di quanto sta succedendo e tutti siamo manipolabili, afferma Paolo Borzachiello, esperto di intelligenza linguistica, campo che si interessa all’effetto che le parole hanno sul cervello umano.
Entrambi i campi mettono in campo una narrazione pianificata che è rivolta principalmente all’Occidente, secondo Borzachiello, come spettatore che può intervenire o meno, inviando armi o imponendo sanzioni.
Dal lato russo, per esempio, non si parla di guerra, un termine che implica una serie di concetti e reazioni emotive. Si parla addirittura di una denazificazione dell’Ucraina, un concetto che dal punto di vista europeo dovrebbe essere considerato buono.
In questa guerra di parole e narrazione, Volodymyr Zelensky è stato una rivelazione. I suoi video, afferma l’esperto, sono praticamente perfetti, dal linguaggio alle immagini, dal montaggio alla musica. Talmente perfetti che fanno pensare a una messa in scena orchestrata. Il suo passato da attore lo ha sicuramente aiutato, ma se fosse un po’ meno bravo forse funzionerebbe meglio, secondo Borzachiello.
Vladimir Putin nei suoi discorsi è molto aggressivo, coerente con il suo personaggio, anche nella minaccia nucleare che attiva nel cervello reazioni di paura che possono provocare comportamenti che in tempi normali le persone non avrebbero. Anche dal punto di vista delle immagini, il presidente russo è coerente. Si mostra sempre isolato, distante dai collaboratori, sottolinea l’esperto, facendo passare il messaggio che è lui a prendere le decisioni, l’uomo al comando.
L'importanza della comunicazione
Telegiornale 21.03.2022, 21:00