La Corte internazionale di giustizia, organo delle Nazioni Unite, ha accolto una richiesta del Sudafrica e ordinato venerdì a Israele di mettere fine immediatamente alla sua offensiva militare a Rafah. La situazione umanitaria nella città meridionale della Striscia di Gaza si è deteriorata, hanno stabilito i giudici, definendola “disastrosa”. La Corte si è detta “non convinta” che le misure adottate dallo Stato ebraico - come l’evacuazione di civili - siano sufficienti ad alleviare le sofferenze della popolazione.
“In conformità con queste indicazioni, sotto la convenzione del genocidio, Israele deve immediatamente fermare la sua offensiva militare e ogni altra azione nel governatorato di Rafah che potrebbe infliggere sul gruppo palestinese a Gaza condizioni di vita che potrebbe portare alla loro distruzione fisica, del tutto o in parte”, ha affermato il presidente della Corte Nawaf Salam.
I giudici hanno pure ordinato che il posto di frontiera di Rafah, al confine con l’Egitto, venga mantenuto aperto da Israele “senza restrizioni”. E hanno infine stabilito che Hamas deve liberare “immediatamente e senza condizioni” tutti gli ostaggi ancora nelle sue mani.
La decisione della Corte, che per la terza volta in pochi mesi si è pronunciata sulla questione di Gaza, è vincolante e senza appello, ma è improbabile che Israele (così come Hamas) la rispetti. All’organo con sede all’Aia manca ogni potere di sanzione che le permetta di imporre quanto stabilisce. Può chiedere l’intervento del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dove però Israele può contare sull’alleato statunitense per mettere il veto a una risoluzione.
In risposta, il premier israeliano Netanyahu ha convocato una riunione con diversi ministri, alcuni dei quali hanno subito espresso parole di fuoco, come Itamar Ben Gvir, che ha definito i giudici “antisemiti”. Hamas ha accolto positivamente la decisione, lamentando unicamente che si limiti a Rafah e non imponga invece la fine della guerra a Gaza nel suo insieme. E favorevole è stata anche la risposta del Sudafrica, alleato della Palestina, che ha definito “molto ferme” nella loro formulazione le misure ordinate dall’Aia.
Raid aerei su Rafah pochi minuti dopo
Nel frattempo, pochi minuti dopo la decisione della Corte internazionale di giustizia, aerei da guerra hanno lanciato una serie di attacchi sul campo di Shaboura, nel centro della città di Rafah. Lo riporta la Bbc.
Un attivista locale del vicino Kuwait Hospital ha detto alla Bbc che i suoni dei bombardamenti erano terrificanti e nuvole di fumo nero salivano sugli edifici del campo di Shaboura.
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