La Commissione ha presentato oggi a Bruxelles le valutazioni sull’allargamento dell’UE e sulle aspirazione di chi punta a farne parte. Ucraina, Moldova e Bosnia Erzegovina potranno presto, a determinate condizioni, intavolare negoziati di adesione con l’Unione europea. La Georgia, invece, si vedrà riconoscere lo status di Paese candidato. Ma quali sono per l’Unione Europea i vantaggi e i rischi di un ulteriore allargamento? Lo abbiamo chiesto a Beda Romano, corrispondente da Bruxelles del Sole24Ore.
“Credo che l’Unione europea dovrà affrontare tre rischi: rischi politici, rischi economici e rischi istituzionali. Sul fronte istituzionale l’Unione europea è destinata inevitabilmente a cambiare. Oggi è un’unione a 27 che già ha parecchie difficoltà perché il processo decisionale si è dimostrato particolarmente lungo e complesso in alcuni settori. Quando l’UE sarà di 30-35 Paesi, l’attuale assetto molto probabilmente sarà insufficiente. Quindi si discute già oggi di ridurre il numero di commissari all’interno della Commissione oppure di prendere le decisioni, per esempio in politica estera, non più all’unanimità ma alla maggioranza qualificata”
Quali rischi vede nell’integrare l’Ucraina nell’UE?
“L’Ucraina, a differenza degli altri Paesi che oggi hanno chiesto di aderire all’UE, è un Paese molto particolare e non solo perché è in guerra contro la Russia. È un Paese vasto, geograficamente molto importante anche rispetto agli attuali membri dell’Unione. E poi ha un settore agricolo particolarmente esteso, particolarmente produttivo, che potrebbe mettere a repentaglio il sistema agricolo dell’UE, sia da un punto di vista della produzione sia da un punto di vista finanziario. C’è un rischio politico perché vent’anni fa l’allargamento ha dimostrato che vi sono difficoltà ancora oggi nel gestire Paesi ex comunisti. Lo vediamo con la Polonia e lo abbiamo visto con l’Ungheria. Potenzialmente lo vedremo anche con la Slovacchia. Problemi che inevitabilmente ci sarebbero anche con altri Paesi di quella regione: l’Ucraina in particolare ma anche la Moldova, entrambe ex Repubbliche sovietiche. Quindi vi è da parte dei 27 cautela nell’integrare questi Paesi perché hanno inevitabilmente un’esperienza storica diversa e un rapporto con la democrazia liberale inevitabilmente diverso.”
Beda Romano
Parliamo ora dei vantaggi. C’è chi pensa: più siamo in tanti nell’Unione europea e più siamo forti e più contiamo a livello internazionale. Quindi l’allargamento ci avvantaggerà. È così?
“Questo è stato il ragionamento che è emerso subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Improvvisamente è apparso sul tavolo questo concetto di Europa geopolitica e di allargamento geopolitico.”
Integrare nell’UE i paesi dell’Est significa sottrarli all’influenza della Russia. Ma il caso dell’Ungheria ci suggerisce forse il contrario. Si può essere nell’Unione Europea e comunque essere filo russi?
“Sì, il caso dell’Ungheria evidentemente è un caso molto particolare. Però abbiamo visto che in altri Paesi serpeggia questo desiderio di trovare un accordo con Mosca sul futuro dell’Ucraina. Penso in particolare alla Slovacchia e alla Romania. Tutti i Paesi che in questa fase politica hanno nei confronti della Russia un rapporto più ambiguo rispetto all’Europa dell’Ovest. È francamente una scommessa di lunghissimo periodo. L’integrazione dell’Ucraina e degli altri Paesi dell’Europa dell’Est nell’Unione europea significa comunque prendere un rischio sul loro futuro posizionamento politico nei confronti della Russia, ma anche degli Stati Uniti, perché non sempre questi Paesi hanno lo stesso atteggiamento che hanno paesi quali l’Italia, la Francia o la Germania rispetto al resto del mondo”
SEIDISERA dell’08.11.23 - L’intervista di Bettina Müller a Beda Romano sui vantaggi e i rischi di un ulteriore allargamento per l’Unione Europea
RSI Info 08.11.2023, 18:11
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