“Abbiamo trovato il punto più debole lungo la linea difensiva russa. E sfruttiamo questa debolezza”. A parlare è Vadym, capo del servizio di comunicazione dell’esercito ucraino per la regione di Sumy.
L’intervista è stata registrata da Pierre Ograbek, l’inviato della RSI che in questi giorni si sta spostando lungo la linea del fronte. Proprio da Sumy è partito l’attacco-lampo con cui a inizio agosto è stata parzialmente occupata la regione russa di Kursk. Sul terreno si registrano intensi combattimenti, che finora hanno fatto retrocedere di poco le forze ucraine.
“L’operazione, che dal punto di vista tattico è molto dinamica, va avanti. Possiamo dirlo con certezza - afferma l’alto graduato ucraino -. La Russia sta utilizzando nuove truppe e si rinforza. Da parte nostra lanciamo delle controffensive. In generale solo poche persone nel Paese conoscono i compiti principali di questa operazione. Si possono vederne i risultati osservando il campo di battaglia nella regione di Sumy. Ci sono anche alcuni piccoli scambi di prigionieri”.
Ma in territorio russo quanto potete ancora resistere?
“Se riceviamo un compito, lo portiamo a termine e resistiamo. I combattenti ucraini hanno dimostrato che siamo in grado di condurre un’ottima operazione offensiva. Per questo abbiamo bisogno di un grande sostegno da parte dei Paesi alleati. Stiamo combattendo contro un nemico che ha un numero elevato di soldati, molti più di noi. E alcuni Paesi forniscono ai russi la tecnologia per la guerra. Attualmente il problema più grosso sono le bombe plananti. Abbiamo bisogno di missili e armi a lunga gittata e il permesso di usarle sul territorio russo”.
È stata anche per lei una sorpresa vedere come siete avanzati con facilità?
“Questa regione è sotto la mia responsabilità, ma non conoscevo i dettagli di questa operazione. Come soldato esperto sapevo che qualcosa stava per capitare. Ero sicuro che avremmo fatto qualcosa. L’esperienza militare non offre comunque certezze al 100%. I russi stanno accettando alcune stupide decisioni politiche. Mia moglie mi prende in giro: ho 35 anni di esperienza e le avevo detto che per Mosca non avrebbe avuto senso lanciare un’invasione militare nel 2022. Ai nostri confini i russi non avevano radunato un numero sufficiente di truppe, ma lo hanno fatto lo stesso”.
La vostra avanzata quanto è merito dell’intelligence ucraina?
“Non solo dell’intelligence, qui la linea del fronte è molto ampia. Cerchiamo di riconoscere quanti soldati ci siano dall’altra parte. Qui c’erano molti coscritti, giovani soldati, e molti doganieri. Noi lo sapevamo. Qui c’era anche una brigata di marines, per dei compiti speciali, e noi siamo riusciti a catturarli. Stiamo usando degli equipaggiamenti moderni, quali droni e sistemi di disturbo delle frequenze dei droni nemici. Ci aiutano molto. E poi c’è la motivazione e l’esperienza dei nostri combattenti”.