“Non ce ne andremo. La Palestina è la nostra terra, non ce ne andremo. Se qualcuno se ne andrà sono coloro che la occupano”, ha detto Mahmud Abbas, che giovedì è intervenuto davanti alla 79ma Assemblea generale dell’ONU, dove la Palestina ha statuto di osservatore ma vorrebbe diventare membro. Un’adesione a pieno titolo è stata bloccata quest’anno dal veto statunitense.
Abbas ha accusato Israele di commettere un genocidio di cui ha chiesto la fine. Come devono finire gli invii di armi che alimentano la macchina da guerra dello Stato ebraico. Parole vane, se si considera che Tel Aviv ha comunicato poche ore dopo di aver ottenuto dagli Stati Uniti nuovi aiuti militari per 8,7 miliardi di dollari.
“Il mondo intero è responsabile di quanto sta accadendo”, ha aggiunto Abbas, “ e Israele non merita di essere membro delle Nazioni Unite”, perché non ne ha rispettato le risoluzioni.
Accolto da un lungo applauso, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese ha affermato che l’ANP intende governare in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est, valichi compresi, una volta concluso il conflitto che dura ormai da un anno, che non accetterà all’interno di queste aree delle zone cuscinetto controllate da Israele e che organizzerà delle elezioni. Venerdì a New York parlerà il premier di Israele, Benjamin Netanyahu.
La situazione in Libano
Telegiornale 25.09.2024, 20:00