I vescovi cileni hanno ammesso venerdì di avere "sbagliato nel nostro dovere di Pastori non ascoltando, non credendo e non assistendo le vittime dei gravi abusi sessuali". Lo ha letto in una dichiarazione il presidente della Conferenza episcopale monsignor Santiago Silva, invocando il perdono per quanto accaduto.
La procura, a fine luglio, ha fatto il punto della situazione dando per la prima volta la dimensione all'inchiesta per abusi sessuali su minorenni e adulti che vede coinvolte 158 persone, tra membri del clero cattolico e laici. Le vittime sono 266. I primi casi risalgono al 1960.
Il 18 maggio, la gerarchia ecclesiastica del paese, dopo un incontro con il romano Pontefice, aveva presentato in blocco le dimissioni nell'ambito della serie di scandali di pedofilia che ha scosso la Chiesa locale. "Vogliamo comunicare che tutti noi vescovi presenti a Roma, per iscritto, abbiamo rimesso i nostri incarichi nelle mani del Santo Padre, affinché decida lui liberamente per ciascuno", avevano dichiarato. Il Papa ha finora accettato la rinuncia di cinque vescovi.