In seno all'Unione europea è stata trovata un'intesa per fare in modo che, nei prossimi anni, i grandissimi produttori di emissioni di carbonio riducano il proprio inquinamento. Centrali elettriche, raffinerie di petrolio, acciaierie, cementifici eccetera dovranno contribuire maggiormente all'obiettivo generale di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Entro il 2030 dovranno riuscire a contenere le tonnellate di anidride carbonica (ma non solo) liberate nell'aria del 62% rispetto ai valori del 2005.
Basta "permessi di inquinare" gratuiti
Le aziende saranno incitate a investire nelle tecnologie verdi tramite una riforma del sistema delle quote introdotto nel 2009 per chiamare alla cassa chi inquina. Un meccanismo che negli anni ha mostrato alcune pecche e che, oltre tutto, prevedeva anche la possibilità per le industrie di beneficiare gratis di "permessi di inquinare". Questi saranno eliminati gradualmente dal 2026 e spariranno dal 2034.
L'accordo sulla riforma, proposta nel luglio 2021 dalla Commissione, è stato annunciato domenica mattina. Un comunicato ha riferito della conclusione dei negoziati tra gli eurodeputati e gli Stati membri dell'UE sul mercato del carbonio che è al centro del piano climatico dei Ventisette. Prima di entrare in vigore dovrà essere formalmente approvato dal Parlamento e dal Consiglio.
Tassati anche i carburanti per i trasporti e il riscaldamento
Finora, il sistema che chiama alla cassa chi inquina è stato applicato praticamente solo al settore industriale pesante. In futuro sarà esteso anche alle grandi navi, così come ai carburanti per il trasporto su strada, per il settore manifatturiero e per gli edifici. Per proteggere i cittadini da un eccessivo rialzo dei costi, l'estensione, prevista per il 2027, potrebbe slittare al 2028, nel caso in cui i prezzi dell'energia fossero eccezionalmente elevati.
Incassi tutti per il clima
L'accordo che sarà illustrato nei dettagli lunedì, prevede che tutti i proventi nazionali derivanti dalla vendita delle quote per le emissioni vengano spese per attività legate al clima. Inoltre sono previsti maggiori stanziamenti per tecnologie innovative e per modernizzare il sistema energetico.
Un fondo sociale per i più colpiti dagli aumenti dei prezzi
I deputati e il Consiglio hanno inoltre concordato di istituire un Fondo sociale per il clima per i più vulnerabili: persone, microimprese e utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalle novità. Finanzierà misure temporanee di sostegno diretto al reddito per far fronte all'aumento dei prezzi dei carburanti per autotrazione e riscaldamento. Ma il Fondo servirà anche a ridurre i costi degli investimenti strutturali di lunga durata, tra cui la ristrutturazione degli edifici, le soluzioni di decarbonizzazione e l'integrazione delle energie rinnovabili, gli acquisti e le infrastrutture per veicoli a zero e basse emissioni, nonché l'uso del trasporto pubblico e dei servizi di mobilità condivisa.