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Affari d’oro per i produttori di armi nel 2023

I dati del SIPRI: i primi 100 del mondo hanno aumentato le vendite di oltre il 4% - La metà dei proventi finisce negli Stati Uniti

  • Oggi, 12:11
  • 2 ore fa
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L'F-35 che comprerà anche la Svizzera è un prodotto della Lockheed Martin, numero uno mondiale del settore

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Di: ATS/pon 

La guerra in Ucraina e il conflitto mediorientale esploso alla fine di ottobre nella Striscia di Gaza hanno spinto decisamente al rialzo le vendite dei produttori di armamenti nel 2023: la crescita è stata del 4,2% al netto degli effetti di cambio, secondo i dati pubblicati lunedì dal SIPRI, il Centro internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma. E la tendenza dovrebbe essersi confermata anche nel 2024, ritiene l’esperto del Centro Lorenzo Scarazzato.

È il riflesso di un incremento della spesa degli Stati, quantificato nel 6,8% (il dato più alto dal 2009) nel rapporto diffuso in aprile. Nel complesso, i 100 maggiori gruppi del settore hanno realizzato un fatturato di 632 miliardi di dollari e molti di essi hanno aumentato i ritmi della produzione. La metà dei proventi è finita negli Stati Uniti, dove hanno sede i primi cinque colossi del settore e 41 dei primi 100: in totale hanno concluso vendite per 317 miliardi di dollari (+2,5%) nonostante le leggere flessioni accusate dai primi due della classifica, Lockheed Martin e RTX (ex Raytheon Technologies).

Gli incrementi più netti si registrano in Medio Oriente (con tre imprese israeliane e altrettante turche nella classifica) e naturalmente in Russia, dove lo Stato ha investito massicciamente per alimentare il conflitto con Kiev. Rostec, holding che controlla diverse aziende del ramo, segna una crescita del 49% che la porta (con vendite per 21,7 miliardi di euro) a scalare la graduatoria dal nono al settimo posto.

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Leopard e munizioni da 155 mm per l'Ucraina hanno fatto la fortuna di Rheinmetall

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Prosegue anche il successo delle imprese asiatiche, sudcoreane e anche giapponesi, mentre per i conglomerati europei l’incremento degli affari è più modesto, con due annotazioni: da un lato già detengono una parte importante del mercato, dall’altro spesso lavorano su ordini per sistemi complessi, con consegne che richiedono anche degli anni. Ci sono alcune eccezioni e fra queste Rheinmetall, gruppo tedesco al 26mo posto della classifica: le munizioni da 155 millimetri e i carri armati Leopard inviati in Ucraina hanno permesso un balzo del 10% a 5,5 miliardi di dollari.

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Telegiornale 19.11.2024, 20:00

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