Era dalla fine della Seconda guerra mondiale che non circolavano tante armi in Europa e, secondo l’Agenzia europea per la difesa (AED), le spese militari sono aumentate del 6% lo scorso anno nell’Unione Europea, come sottolineato dall’analisi di RTS Data. Per la Svezia, che ha appena aderito alla NATO, la crescita è stata superiore al 30%. La Francia, dal canto suo, ha deciso di aumentare il bilancio della difesa del 30% entro il 2030, con una crescita della spesa di 413 miliardi di euro. L’Austria, che è neutrale, ha a sua volta deciso di rafforzare il bilancio dell’esercito, dopo anni di risparmi. Anche la Svizzera va verso un aumento della spesa militare, che dovrebbe passare dall’attuale 0,7% del PIL all’1% entro il 2035.
La possibile rielezione di Donald Trump, che ha minacciato di non garantire la protezione della NATO ai Paesi che non contribuiscono abbastanza al budget dell’Alleanza, rischia di accelerare questa tendenza. Nel mirino c’è il 2% del PIL che deve essere dedicato alla difesa, secondo gli accordi previsti.
Sempre più armi in Europa
La tendenza si nota anche nell’acquisto di armi pesanti, dagli aerei ai mezzi blindati, passando per l’artiglieria, i missili o le navi. La Polonia, ad esempio, si è completamente equipaggiata con carri armati moderni, forniti da Stati Uniti e Corea del Sud. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), le importazioni di armi pesanti da parte degli Stati europei sono aumentate del 94% facendo il confronto tra il 2014-18 e il 2019-23.
Nello spazio di due anni, l’Ucraina è diventato il secondo importatore di armi al mondo e il principale in Europa. Nove dei dodici Paesi che sono entrati tra i 50 maggiori importatori di armi nell’ultimo periodo preso in considerazione si trovano sul Vecchio continente. La Svizzera si trova al 94esimo posto.
La Francia, secondo venditore di armi al mondo
Il principale fornitore dell’Europa sono gli Stati Uniti: tra il 2019 e il 2023, il 55% delle importazioni di armi sul continente sono arrivate da oltre Atlantico, con un incremento del 35% rispetto al periodo 2014-2018. Allo stesso tempo, la Francia è diventata il secondo fornitore di armi pesanti al mondo, alle spalle degli Stati Uniti e davanti alla Russia. In Europa, oltre alla Francia, sono la Germania, l’Italia e la Spagna i più grandi fornitori di armi.
Personale militare sotto la lente
La possibilità ventilata da Macron di inviare truppe in Ucraina ha fatto molto discutere. Un’ipotesi che non viene ormai esclusa dalla Norvegia, con il ministro degli Esteri che ha dichiarato: “L’invio di truppe occidentali nella NATO non può essere escluso come ipotesi a lungo termine”.
Se il denaro è il nervo della guerra, la capacità di difesa di un Paese si può valutare anche dagli effettivi del suo esercito. In Europa, al di fuori dell’Ucraina, sono la Turchia e la Francia ad avere il maggior numero di militari in servizio attivo. La Svizzera, in rapporto alla popolazione, dispone di un contingente importante.
L’articolo originale è stato pubblicato dalla RTS e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.
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