La Svizzera nel 2023 ha esportato materiale di guerra verso 58 Paesi diversi per un totale di 696,8 milioni di franchi. È un dato in calo di 258,2 milioni (il 27%) rispetto all’anno precedente, stando ai dati diffusi martedì dalla SECO. Va detto però che il 2022 era stato da record. Questo settore rappresenta solo lo 0,18% dell’export elvetico, che nel suo complesso è sceso di 1,2 punti percentuali.
Export di materiale bellico in calo
Telegiornale 05.03.2024, 12:30
Il principale acquirente è stata la Germania, con 168,5 milioni di franchi, 98 dei quali in munizioni. Segue la Danimarca con 73,6 milioni di franchi, due terzi dei quali serviti a pagare una fornitura di veicoli blindati con relativi pezzi di ricambio. La top 5 si completa con Stati Uniti (54,3 milioni), Arabia Saudita (53,3 di cui 40 per il munizionamento di un sistema di difesa antiaerea) e la Romania (39,7 milioni).
A spiegare in larga misura il calo della cifra totale è una singola operazione avvenuta nel 2022: il Qatar aveva comprato per 213,4 milioni di franchi i sistemi antiaerei destinati a proteggere gli stadi del Mondiale di calcio. Nel 2023, l’emirato ha effettuato acquisti militari nella Confederazione per soli 2,4 milioni. Di riflesso, l’Europa ha accresciuto la sua quota dal 50 al 76% del fatturato elvetico, a scapito dell’Asia.
Nel complesso la Segreteria di Stato dell’economia ha ricevuto 2’278 domande di esportazione, ne ha accettato 2’238 e ne ha bocciate quattro. La Confederazione non permette esportazioni di armi a Paesi implicati in conflitti e, per rispetto della sua neutralità - ricorda la SECO - non può nemmeno permettere la vendita di materiale bellico elvetico all’Ucraina.
Notiziario delle 10:00 del 05.03.2024
Notiziario 05.03.2024, 10:30
Contenuto audio