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Corsa al riarmo, l’unica risposta alle crescenti tensioni internazionali?

L’opinione di Lorenzo Scarazzato, ricercatore presso l’Istituto per la ricerca della pace di Stoccolma (SIPRI)

  • 25 aprile, 15:01
  • 25 aprile, 15:29
03:24

Modem del 25.04.2024: il mondo si riarma 

RSI Info 25.04.2024, 13:09

  • Keystone
Di: RSI Info/Modem 

Lo conferma il rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI): lo scorso anno le spese militari hanno raggiunto quota 2’443 miliardi di dollari, segnando il più forte aumento da 14 anni e coinvolgendo nazioni nei cinque continenti. In questo contesto si registra anche il continuo aggiornamento e ampliamento degli arsenali nucleari dei nove paesi che li possiedono. L’intervista a Lorenzo Scarazzato, ricercatore presso il SIPRI:

Le tensioni internazionali si sono ormai allargate all’intero globo, tanto da generare una corsa estesa al riarmo?

“Le tensioni internazionali sono in aumento, soprattutto vicino alle principali nazioni che hanno i maggiori budget militari. L’invasione russa dell’Ucraina ha coinvolto stati europei che sono tra i principali investitori in spese militari. Anche in Cina si è verificato un fenomeno simile, con una politica più assertiva che ha provocato reazioni tra i paesi vicini, come la Corea del Sud, il Giappone e, in misura minore, l’India.”

Guardiamo la lista dei paesi con le maggiori spese militari, troviamo gli Stati Uniti al primo posto, seguiti da Cina e Russia. L’India si classifica al quarto posto. Qual è il motivo di tale posizionamento?

“L’India è uno stato vasto con risorse finanziarie superiori a molti altri paesi. Attualmente, si trova in una situazione delicata, avendo tensioni al confine sia con la Cina sia con il Pakistan. Inoltre, l’India sta perseguendo una politica d’indipendenza, rinforzando le proprie truppe, migliorando la propria preparazione operazionale e cercando d’aumentare l’acquisizione da industrie degli armamenti domestiche. Uno sforzo da parte del governo indiano per rimanere indipendente da paesi terzi”.

L’incremento delle spese militari è correlato alla volontà dei paesi di affermare il proprio peso politico ed economico?

“Rispondere a questa domanda è complicato, poiché le decisioni relative alle spese militari sono fortemente influenzate da considerazioni politiche. Spesso, l’opzione di incrementare il budget militare piuttosto che investire in soluzioni diplomatiche deriva dalla percezione che gli Stati hanno. Come si formi questa percezione è difficile da definire. C’è sicuramente una volontà di controbilanciare un ambiente percepito come sempre più insicuro. Con la perdita di fiducia nelle istituzioni diplomatiche, investire in capacità militari può apparire come una risposta più semplice a sfide complesse.”

Quali sono i settori militari in cui si è investito di più?

“Non disponiamo di un dettaglio completo della spesa militare, ma secondo i dati della NATO, la maggior parte delle spese dei suoi membri è destinata al personale. Tuttavia, analizzando il periodo dal 2014 al 2023, si osserva un significativo aumento degli investimenti in nuovi sistemi di armamenti. Dopo l’impegno del 2014 di destinare il 2% del PIL a spese militari, con il 20% di questo dedicato all’acquisizione di nuovi armamenti, la quota per l’acquisto di nuovi sistemi è più che raddoppiata in questo decennio.”

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