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Arabia Saudita apre ai turisti

Il principe Salman punta a costruire una nuova immagine del regno, a un anno dal delitto del giornalista Khashoggi che ha indignato il mondo

  • 27 settembre 2019, 12:19
  • Ieri, 21:04
01:13

RG 08.00 del 27.09.19: il servizio di Pierre Ograbek

RSI Info 27.09.2019, 10:25

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L'Arabia Saudita ha deciso di aprire i suoi confini al turismo, per la prima volta. Finora, infatti, i visti erano riservati solo ai pellegrini (musulmani), a persone in viaggio d'affari o, più di recente, ai visitatori di eventi sportivi e culturali. Anche le norme sull'abbigliamento per gli stranieri in visita si dovrebbero allentare (ma un abbigliamento coprente rimarrà obbligatorio sulle spiagge pubbliche). L'alcol continuerà ad essere proibito.

L'apertura al turismo è una mossa, voluta dal principe ereditario Mohammed bin Salman per cercare, evidentemente, di cambiare l'immagine del paese, conosciuto per essere uno dei più autoritari del Medio Oriente, a un anno dal delitto del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.

Questa sera, venerdì, dunque, a Riad, luogo di nascita della casa regnante saudita Al-Saud, sarà annunciato la fine del bando ai visitatori provenienti da 49 Paesi (tra gli altri Cina, Giappone, Europa, Canada e Stati Uniti), due settimane dopo l'attacco agli impianti petroliferi sauditi (attribuiti all'Iran, che respinge le accuse) che ha scatenato preoccupazioni sui mercati globali per l'aumento del prezzo del petrolio.

L'apertura al turismo, anticipata dal ministero competente, ha, ovviamente, anche un risvolto economico (le previsioni parlano di un afflusso previsto di 100 milioni di visitatori all'anno), anche perché Riad vuole ridurre la sua dipendenza dal settore petrolifero. Lo sviluppo del turismo fa parte della "Visione 2030" con la quale il principe ha avviato un percorso di riforma economica.

Rimangono le preoccupazioni degli ipotetici vacanzieri diretti in un Paese che ha una guerra in corso con i ribelli dello Yemen e un conflitto aperto con Teheran. Perplessità che il responsabile del turismo di Riad, Ahmed al-Chatib, respinge: "Il Paese è molto, molto sicuro".

L'omicidio di Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita a Istanbul, aveva suscitato lo sdegno internazionale; il team di esperti dell’ONU, inviato a suo tempo in Turchia, definì l'omicidio “brutale e premeditato” e puntò il dito contro un mandante preciso: il principe saudita. Secondo Agnes Callamard, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, l’omicidio è stato infatti pianificato e condotto da funzionari sauditi.

Hatice Cengiz, la fidanzata turca del giornalista ucciso Khashoggi, in una video-intervista a Repubblica di venerdì, continua a chiedere che sul brutale omicidio sia fatta giustizia e detta la verità.

Reuters/M. Ang.

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