L'esercito per ora non si è mosso, ma chiede con decisione la partenza del primo ministro armeno Nikol Pashinyan. A pesare sulle sue spalle la bruciante sconfitta nell'ultima guerra per il Nagorno-Karabach, andata in scena nell'autunno scorso e conclusasi con una pesante perdita di territori, riconquistati dall'Azerbaigian.
Ieri poi, mercoledì, Pashinyan aveva licenziato il vice-capo dello Stato maggiore dell'esercito, sollevando le ire dei vertici militari, che lo hanno accusato di voler discreditare le forze armate.
Oggi il primo ministro è sceso per le strade della capitale Erevan, megafono alla mano, denunciando un tentativo di colpo di Stato nei suoi confronti e lanciando un appello ai generali, affinché rispettino gli ordini ed ubbidiscano "al popolo e alle autorità elette". Ha anche lanciato un appello al dialogo.
Ma a poca distanza un'altra grande manifestazione ha chiesto la sua partenza. L'opposizione minaccia di occupare una piazza del centro fino ad un cambiamento alla testa del Governo armeno.
La guerra infinita in Nagorno Karabakh
RSI/Daniele Bellocchio - Roberto di Matteo 13.10.2020, 10:43