La giustizia britannica ha deciso martedì di non ritirare il mandato di arresto emesso quasi sei anni fa nei confronti di Julian Assange, dal giugno 2012 rifugiatosi nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra.
Il 46enne australiano era allora ricercato per stupro dalle autorità svedesi, che hanno però archiviato il caso nel maggio 2017. Secondo i suoi legali, quindi, il provvedimento nel Regno Unito aveva perso ogni significato. Per i giudici, invece, resta perseguibile per aver violato i termini della libertà su cauzione.
Il coinquilino di Assange
La difesa invocava inoltre i problemi di salute di Assange, sofferente ai denti e a una spalla, oltre che colpito da depressione. Il fondatore di Wikileaks, divenuto nel frattempo anche cittadino del paese latinoamericano, teme che l'arresto, che sarebbe immediato se lasciasse l'edificio, verrebbe seguito da un'estradizione verso gli Stati Uniti dove è accusato di aver pubblicato documenti militari segreti. La sua cattura resta "prioritaria" per l'amministrazione Trump.
pon/ATS