La guerra in Yemen riconquista l’attenzione internazionale in seguito a una serie di audaci attacchi condotti dal gruppo ribelle Houthi nelle scorse settimane contro navi mercantili nel Canale di Suez, nel Mar Rosso. L’intento è quello di esercitare pressione su Israele e altri attori internazionali riguardo la questione palestinese, e riportare l’attenzione sulla prolungata crisi presente nel Paese.
Un elicottero militare Houthi sorvola una nave cargo nel Mar Rosso
Gli attentati, che includono l’uso di droni e tecnologie sofisticate, hanno messo in evidenza la capacità di questo gruppo di influenzare non solo la geopolitica regionale ma anche l’economia globale. Alla luce di questi recenti eventi sono emersi diversi interrogativi sulla sicurezza delle rotte commerciali vitali e sul ruolo dell’Iran - sostenitore degli Houthi - nel conflitto più ampio del Medio Oriente.
L’intervento USA e le reazioni dei ribelli
In risposta agli attacchi, gli Stati Uniti hanno formato lunedì una coalizione di 10 nazioni con Gran Bretagna, Francia, Italia e Bahrein, per proteggere la navigazione commerciale nel Mar Rosso. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha enfatizzato l’importanza della libertà di navigazione.
Gli Houthi hanno reagito alla notizia dichiarando la loro prontezza a contrastare qualsiasi coalizione guidata dagli USA nel Mar Rosso. Hanno minacciato di intensificare gli attacchi, con operazioni “ogni 12 ore”, mirando in particolare alle navi dirette verso Israele. Gli attacchi sono motivati dal desiderio di esercitare pressione su Israele per fermare la sua politica in Gaza.
Chi sono gli Houthi?
Gli Houthi, formalmente noti come Ansar Allah (“Sostenitori di Dio”), sono un gruppo ribelle islamico di orientamento principalmente zaidita - una branca dello sciismo - che ha avuto origine nel nord dello Yemen. Questo gruppo prende il nome dal carismatico leader Hussein Badreddin al-Houthi, che ne ha guidato le prime fasi. Le radici del movimento affondano nelle comunità zaidite dello Yemen, che storicamente hanno vissuto un senso di emarginazione e oppressione sotto governi a maggioranza sunnita almeno dalla seconda metà del Novecento.
Un movimento di protesta
Nato nel 2004 per protestare su questioni locali nell’area di Sa’dah - nucleo della comunità zaidita - il movimento Houthi mirava inizialmente a conquistare rappresentanza politica e autonomia. Tra gli scopi principali c’era quello di proteggere gli interessi culturali e religiosi.
Il gruppo ha inoltre tentato di opporsi all’influenza esterna, in particolare saudita - e quindi sunnita - in Yemen, in quella che rapidamente è diventata una vera e propria ribellione armata contro il governo in carica. Questa evoluzione ha marcato un significativo cambiamento da rivendicazioni locali e culturali a una più ampia sfida politica e militare.
I ribelli Houthi hanno preso il potere nell'area nord-occidentale del paese, intorno alla capitale Sanaa
L’ascesa al potere degli Houthi è strettamente legata alla Primavera Araba e alla successiva instabilità politica del Paese: quando le proteste di massa nel 2011 hanno portato alle dimissioni del presidente a lungo termine Ali Abdullah Saleh, lo Yemen è entrato in un periodo di incertezza e di vuoti di potere. Approfittando del caos politico i ribelli hanno esteso la loro influenza, culminando con la presa della capitale Sana’a, nel settembre 2014 (clicca qui per vedere una mappa interattiva dello Yemen). Questo atto ha portato ad intensificare il conflitto con il governo yemenita di Aden e i suoi alleati regionali, e allo scoppio della guerra civile.
Il 2023 ha segnato il nono anno dalla conquista del nord dello Yemen da parte degli Houthi, che hanno commemorato l'evento con una parata militare
L’influenza saudita in Yemen
Il gruppo al potere vede l’influenza saudita nello Yemen come un tentativo di marginalizzare ulteriormente gli zaiditi e di imporre una versione più conservatrice dell’Islam sunnita. Con il progredire del conflitto, gli obiettivi degli Houthi si sono espansi per includere un controllo più ampio sullo Yemen. Nonostante la retorica iniziale si concentrasse sulla difesa dei diritti degli zaiditi, con il tempo lo scopo si è concentrto quasi ed esclusivamente sulla conquista e sul mantenimento del potere politico.
La guerra civile in Yemen e il successivo conflitto con l’Arabia Saudita sono il risultato di una complessa serie di eventi storici, politici e sociali. L’instabilità del Paese dura da più di un decennio. In risposta alle crisi regionali, il gruppo ha utilizzato il proprio potere opponendosi a Israele e sostenendo la causa palestinese come strumento di legittimazione politica e di appello alla solidarietà islamica. Sebbene gli Houthi mantengano una certa autonomia, hanno stretto alleanze con l’Iran, che vede nel gruppo un partner strategico nel suo confronto con l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti nella regione.
Alleanza con l’Iran e sostegno ai palestinesi
Il legame tra gli Houthi e l’attuale conflitto in Israele è di natura simbolica e ideologica, e si inserisce nel più ampio contesto geopolitico in Medio Oriente. Gli Houthi, come molti altri gruppi islamici nella regione, esprimono solidarietà verso la causa palestinese: attaccare navi dirette verso Israele è anzitutto un modo per manifestare sostegno alla Palestina e opporsi a Israele, che è un attore chiave nel Medio Oriente e spesso è al centro di controversie e conflitti regionali. Attraverso atti di ostilità come gli attacchi alle navi, il gruppo esprime la propria opposizione alla politica di Israele nella regione, specialmente riguardo al trattamento dei palestinesi. L’Iran, che è considerato un sostenitore degli Houthi, è in aperto conflitto con Israele.
Proteste a favore del leader del gruppo ribelle Abdul-Malik al-Houthi durante una protesta a favore della Palestina
Prendere di mira le navi dirette a Israele è inoltre una tattica per guadagnare visibilità sul palcoscenico internazionale. Questi atti attirano l’attenzione mondiale, mettendo in evidenza la loro capacità di influenzare eventi significativi oltre i confini dello Yemen. Infine, questi attacchi possono essere intesi come parte della lotta degli Houthi per la legittimità e il riconoscimento nel contesto più ampio del conflitto yemenita. Attraverso azioni audaci come l’attacco a navi internazionali, gli Houthi cercano di rafforzare la loro posizione sia a livello regionale sia internazionale.
Una delle peggiori crisi umanitarie
Nonostante i numerosi tentativi di mediazione e cessate il fuoco, nessuna delle parti in conflitto in Yemen è riuscita finora a ottenere una vittoria decisiva. Il conflitto ha causato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, con milioni di yemeniti che soffrono di fame, malattie e mancanza di servizi essenziali.
Sono morti oltre 8'000 bambini in Yemen dall'inizio della guerra con l'Arabia Saudita
La guerra ha avuto anche significative implicazioni regionali, alimentando le tensioni tra Arabia Saudita e Iran, e influenzando la sicurezza e la stabilità dell’intero Medio Oriente. A livello internazionale, ci sono state pressioni crescenti per una risoluzione del conflitto e per affrontare la crisi umanitaria. Diversi tentativi di negoziati di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite hanno cercato di porre fine al conflitto, ma finora senza successo duraturo. Le discussioni continuano, ma la soluzione del conflitto rimane incerta.
Lo Yemen è pesantemente contaminato da milioni di mine e residuati bellici esplosivi a causa di nove anni di conflitto, che rappresentano una minaccia continua per la vita di molte comunità che vivono nelle aree toccate dalla guerra
La guerra civile in Yemen e il conflitto con l’Arabia Saudita sono profondamente intrecciati e rappresentano una crisi prolungata con gravi conseguenze umanitarie e regionali. La situazione attuale è di stallo, con una soluzione pacifica che appare ancora lontana.
Mar Rosso, la minaccia ai mercantili
Telegiornale 18.12.2023, 20:00