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Attacco chimico in Siria, l'OPAC accusa Damasco

La responsabilità della morte di 43 persone a Duma, nel 2018, è del Governo di Bashar al Assad, sostengono gli investigatori dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche

  • 27 gennaio 2023, 19:27
  • 14 novembre, 10:59
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Notiziario

Notiziario 27.01.2023, 17:06

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Di: AFP/ludoC 

L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) ha accusato venerdì il governo di Bashar al Assad di aver compiuto l’attacco al cloro che ha ucciso 43 persone in Siria nell'aprile del 2018, un incidente che scatenò tensioni tra Damasco e l'Occidente.

"Ci sono ragionevoli motivi per credere" che almeno un elicottero dell'aviazione siriana abbia sganciato due barili di gas velenoso sulla città di Duma, vicino a Damasco, durante la guerra civile, si legge in un rapporto degli investigatori.

Damasco e la Russia, sua alleata, avevano per parte loro parlato di una messa in scena che avrebbe poi consentito agli Stati Uniti di lanciare, pochi giorni dopo, attacchi aerei in Siria insieme a Regno Unito e Francia.

Secondo il rapporto, l’attacco venne lanciato da un’unità siriana d’élite per riconquistare la località che era finita in mano ai ribelli islamisti: due cilindri gialli vennero sganciati da un elicottero e rompendosi rilasciarono un gas tossico, il cloro, in concentrazioni molto elevate. Gas che si disperse rapidamente in un edificio uccidendo 43 persone e intossicandone altre decine.

Le conclusioni scaturiscono dagli interrogatori dei sopravvissuti e di altri testimoni, dalle analisi dei campioni rinvenuti e da test balistici effettuati a posteriori. Gli investigatori dell’OPAC hanno inoltre esaminato prove fotografiche, immagini satellitari, schemi informatici e chiesto il parere a esperti.

"Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che l'aviazione siriana sia l’autrice dell'attacco con armi chimiche (...) a Duma", ha dichiarato l’OPAC, sottolineando che "ragionevoli motivi" è lo standard di prova utilizzato dalle indagini internazionali e dagli organismi di accertamento dei fatti.

L’OPAC ha pure respinto le accuse secondo cui i ribelli e i soccorritori avrebbero inscenato l'attacco portando sulla scena cadaveri e finte bottiglie di cloro. Il team ha "esaminato meticolosamente le piste investigative e gli scenari suggeriti dalle autorità siriane e da altri Stati, ma non è stato in grado di ottenere informazioni concrete a loro sostegno", ha dichiarato l'agenzia.

Escluso inoltre il coinvolgimento della Russia, nonostante collaborasse allora con le forze armate siriane.

Damasco nega per parte sua l'uso di armi chimiche e afferma di aver consegnato le sue scorte come parte di un accordo del 2013, dopo un attacco con gas sarin a Ghuta – sobborgo meridionale di Damasco – che fece molti morti (le stime variano da oltre 280 a oltre 1'700). Attacco per il quale Governo e ribelli continuano ad accusarsi a vicenda.

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Siria, la strage di Duma

Telegiornale 08.04.2018, 14:30

La posizione Svizzera

La Svizzera prende atto del terzo rapporto della commissione d’inchiesta dell’OPEC e “condanna fermamente l'uso di armi chimiche e chiede a tutte le parti in conflitto in Siria di astenersi dall'uso di armi chimiche e di rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. I responsabili dei crimini di diritto internazionale in Siria devono essere chiamati a risponderne”, si legge in un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Tali armi, ricorda il comunicato, sono sempre vietate: in ogni circostanza. A seguito di questo rapporto, “la Svizzera chiede che i responsabili di questa operazione siano chiamati a rispondere delle loro azioni. In qualità di membro attuale, la Svizzera si batte per il rispetto del diritto internazionale nell'ambito del Consiglio di Sicurezza e si impegna a rafforzare la Corte penale internazionale, al fine di arginare il dilagante clima di impunità per i crimini più gravi e di garantire la protezione della popolazione civile e delle altre vittime di guerra”.

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