Attentato a scrittore pro-Cremlino: Mosca accusa Kiev

Lo scrittore nazionalista russo Zakhar Prilepin è rimasto ferito -in un'esplosione che ha colpito la sua vettura a Pionerskoye nella regione di Nizhny Novgorod, nella Russia occidentale, a circa 400 km da Mosca.

Quarantasettenne le cui opere sono state tradotte in numerose lingue, Prilepin si era schierato nel 2014 in favore dei separatisti pro-russi nell'Ucraina orientale, a fianco dei quali aveva anche combattuto, cosi come aveva partecipato alla guerra in Cecenia negli anni '90. Si era recato in seguito più volte nel Donbass e si era espresso a favore dell'invasione iniziata il 24 febbraio 2022.

A inizio aprile, in un locale di San Pietroburgo era stato ucciso da un ordigno un altro fautore della guerra, il blogger militare Vladlen Tatarski (Maxim Fomin all'anagrafe), mentre alla fine di agosto era stato preso di mira l'ideologo ultranazionalista Alexander Dugin. Nell'esplosione della sua vettura era morta la figlia Daria Dugina. Rivelazioni poi pubblicate dal New York Times avevano poi attribuito l'attacco ai servizi ucraini.

Anche in questo caso il Cremlino non ha tardato ad accusare Kiev e l'Occidente. "Washington con la NATO ha nutrito una nuova cellula terroristica internazionale, il regime di Kiev", ha dichiarato la portavoce del Ministero degli esteri Maria Zakharova. Un'inchiesta per terrorismo è stata aperta e un sospettato è stato arrestato. Si tratterebbe di una persona "originaria dell'Ucraina".

Nella serata di sabato è stato reso noto che l'uomo fermato in Russia per l'attentato a Prilepin ha confessato di avere provocato l'esplosione che l'ha gravemente ferito con una bomba azionata a distanza. Gli inquirenti del Cremlino precisano che ha ammesso di avere agito su mandato dei Servizi segreti ucraini. Kiev non commenta.