L'Austria è in prima fila tra i Paesi europei che stanno cercando di contrastare la nuova ondata di infezioni da coronavirus, tanto da aver imposto da lunedì scorso un lockdown per salvare il Natale.
Sta quindi per chiudersi la prima settimana di confinamento, a cui si aggiunge la preoccupazione soprattutto per la nuova variante Omicron. Ma che effetti sta avendo questa nuova serrata?
Secondo gli esperti è ancora troppo presto per dire se il lockdown, in vigore per tutti gli austriaci da lunedì scorso, sta realmente funzionando. E pochi sono anche i 12 giorni da quando è stato introdotto il primo confinamento per i soli non vaccinati, per poter rilevare cambiamenti significativi.
I numeri provvisori dicono che i contagi sono leggermente in discesa, ma si mantengono sempre alti: per tornare alla normalità dovrebbero essere 2'000 al giorno, ieri erano ancora circa 12'000. L’incidenza ogni 100'000 abitanti è rimasta sopra la soglia di 1'000 con i soliti picchi nell’Alta Austria e nel Salisburghese e anche le terapie intensive continuano ad essere sotto pressione, con oltre 600 posti occupati, oltre la metà di quelli disponibili. Le scuole sono rimaste aperte, così come gli impianti da sci e la mobilità non è diminuita in maniera consistente, come invece era avvenuto lo scorso anno con il confinamento totale.
Questa mattina (sabato) il quotidiano progressista Der Standard si è chiesto se questo lockdown porterà i risultati sperati, avanzando qualche dubbio. Con queste regole si procederà comunque fino al 12 dicembre, ma a Vienna si parla già di un prolungamento, anche alla luce della variante Omicron.
Sabato scorso c’è stata una grande manifestazione no-vax, con 40'000 persone in piazza nella capitale. Oggi non sarebbe ovviamente possibile, in quanto è tutto vietato, ma al contempo sono partite delle indagini dell’antiterrorismo dopo che ieri (venerdì) il cancelliere Schallenberg ha ricevuto una lettera di minacce con la richiesta di mettere fine a tutte le misure restrittive.