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Berset alla COP28: “È ora che succeda qualcosa”

Alla conferenza sui cambiamenti climatici, la Svizzera ha chiesto che siano adottate risoluzioni per abbandonare il petrolio e il gas entro il 2050 e il carbone entro il 2040

  • 2 dicembre 2023, 06:52
  • 2 dicembre 2023, 09:34
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COP28, l'impegno della Svizzera

Telegiornale 01.12.2023, 20:00

Di: TG/LP 

È ora che le cose cambino. “A Dubai ci aspettiamo che succeda qualcosa: l’ultima COP che ha portato dei risultati concreti è stato otto anni fa, nel 2015 a Parigi”. Il consigliere federale Alain Berset non nasconde certe pretese nei confronti della COP28, apertasi ieri (giovedì) a Dubai.

L’edizione di quest’anno pone l’accesso sul cosiddetto “Global Stocktake”: un elemento fondamentale dell’Accordo di Parigi utilizzato per monitorarne l’attuazione e i progressi. Ma il presidente della Confederazione si aspetta ora risultati più concreti.

Ad oggi “la situazione non è affatto migliorata, anzi. In Svizzera le temperature aumentano a velocità doppia rispetto alla media internazionale (…) e gli avvenimenti estremi si moltiplicano” ha dichiarato. “In due anni abbiamo perso il 10% dei nostri ghiacciai”.

L’obbiettivo di limitare entro fine secolo il riscaldamento del pianeta a un grado e mezzo rispetto all’era preindustriale è ancora raggiungibile ma il tempo stringe: i più pessimisti stimano a 3 gradi l’aumento delle temperature a meno di non agire in fretta.

Alla Conferenza di Dubai la Svizzera chiede che siano adottate risoluzioni per abbandonare il petrolio e il gas entro il 2050 e il carbone entro il 2040.

Ma la Confederazione è giunta negli EAU anche per dichiarare il suo impegno nella lotta contro il cambiamento climatico. Come spiega Alain Berset, diversi investimenti sono in corso: “135 milioni di franchi per il Fondo verde per il clima, 15 milioni per il Fondo di adattamento, altri 15 milioni per la finestra per il clima della Banca africana di sviluppo, 5 milioni per il Fondo per l’Amazzonia” ha elencato il consigliere. “Cerchiamo di dare il nostro appoggio in svariate direzioni per arrivare a una struttura che regga, ma anche gli altri paesi devono fare la loro parte”.

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