Una ricerca della ONG Public Eye nei giorni scorsi aveva rivelato l'esistenza di circa 9'800 società che in Ticino hanno soltanto l'indirizzo ma non un'attività reale: le cosiddette "bucalettere". "Abbiamo incrociato dei dati dell'Ufficio federale di statistica con dei dati del registro di commercio per poter stimare quante società attive in Ticino fossero 'prive di sostanza'", spiega Federico Franchini, giornalista di Area che ha collaborato al capitolo ticinese della ricerca.
Non si tratta di pratiche illegali, come aveva ricordato la stessa ONG e come ribadisce anche l'avvocato Emanuele Stauffer in un'intervista al TG della RSI. "Sono società che possono avere scopi diversi. Una società immobiliare per esempio non è un'attività commerciale e non necessita di avere personale, ma ha dei beni che devono essere gestiti", spiega.
Tuttavia, dietro questi indirizzi potrebbero celarsi altri scopi. Il fenomeno delle bucalettere "mi preoccupa e mi focalizzo specialmente sulle società che svolgono un'attività finanziaria senza avere personale. Queste persone cercano uno scudo reputazionale e uno schermo che renda più difficile sapere chi c'è dietro di loro", osserva l'avvocato Paolo Bernasconi, sottolineando che il meccanismo potrebbe prestarsi alle truffe.
Le interviste complete nel servizio del TG allegato.