Cent’anni di Turchia moderna, celebrazioni sottotono

Cent’anni fa, sulle rovine dell’Impero ottomano, nasceva la Turchia moderna, laica e nazionalista. La celebrazione è stata osservata ad Ankara, Istanbul e in molte altre località del paese, ma i festeggiamenti sono stati piuttosto contenuti e questo ha dato vita a polemiche. Il presidente Recep Tayyip Erdogan, la cui carriera lunga politica è iniziata nei movimenti islamici, è sospettato di avere fatto una sorta di “minimo sindacale”, allo scopo di non esaltare troppo la figura del fondatore dello Stato moderno, Mustafa Kemal detto Atatürk (padre dei turchi) e la sua visione di una Repubblica risolutamente laica.

Erdogan ha deposto una corona di fiori al mausoleo Atatürk nella capitale Ankara, ha ricevuto gli ambasciatori stranieri e gli alti ufficiali del Paese e poi si è recato a Istanbul per una sfilata di navi. Alle 19.23 esatte (orario scelto perché coincide con l’anno di nascita della Repubblica) ha pronunciato un discorso in cui ha espresso gratitudine per Atatürk. La giornata di domani (lunedì 30) è stata dichiarata vacanza scolastica.

Il presidente turco non è nuovo alle critiche di chi lo accusa di avere allontanato molto la Turchia dalla visione del suo padre fondatore. Spesso ha lodato le capacità militari di Atatürk, preferendo però passare sotto silenzio le misure con cui impose l’abolizione del califfato, il diritto di voto per le donne, nuove leggi (ispirate anche a testi occidentali come il codice civile svizzero) o l’abbandono di costumi orientali e dell’alfabeto arabo. I commentatori dei giornali vicini al governo e la televisione pubblica hanno spiegato la cancellazione di alcune celebrazioni del centenario e dei programmi speciali con l’esplodere della guerra a Gaza.