La Russia e la Turchia, al termine dell’incontro tra i rispettivi ministri degli Esteri, si sono dette aperte alla creazione di corridoi marittimi per la ripresa delle esportazioni di cereali ucraini, imponendo però delle condizioni. Mosca chiede all’Ucraina di rimuovere le mine piazzate nel Mar Nero per ostacolare i movimenti della flotta russa. Ankara ritiene invece che la ripresa delle esportazioni dovrebbe essere accompagnata da un allentamento delle sanzioni occidentali contro la Russia.
Sergei Lavrov ha affermato che il Cremlino è pronto a formalizzare una garanzia per il porto di Odessa, promettendo che la flotta russa non approfitterà della rimozione delle mine per lanciare degli attacchi. Un’altra condizione sarebbe la possibilità di ispezionare le navi in arrivo per essere caricate, per assicurarsi che non trasportino armi.
Secondo le autorità ucraine, che non erano invitate all’incontro, la promessa russa di non usare i corridoi marittimi per attaccare Odessa non è credibile. Inoltre, ritengono che la Turchia non sia in grado di agire come garante di un tale accordo.
Mosca e Ankara avrebbero il loro guadagno dal piano proposto. I corridoi marittimi permetterebbero alla Russia di esportare in tutta sicurezza derrate alimentari e fertilizzanti. La Turchia, come garante del trasporto, potrebbe invece tagliare fuori altri spedizionieri.
Ad Ankara si discute del grano ucraino
Telegiornale 08.06.2022, 14:30