La corte d'assise speciale di Parigi, dopo tre mesi di udienze, ha iniziato a emettere le prime sentenze nel processo ai 14 presunti complici degli attacchi terroristici del gennaio 2015 contro il settimanale Charlie Hebdo, una poliziotta di Montrouge e il negozio Hyper Cacher. Gli imputati avrebbero in misura diversa partecipato agli attentati compiuti dai fratelli Saïd, Chérif Kouachi e Amedy Coulibaly.
Ali Riza Polat, principale imputato per il suo ruolo di perno nella preparazione degli attentati, è stato condannato a 30 anni di carcere. Stessa pena anche per Hayat Boumeddienne, militante islamista responsabile dell'attacco al negozio ebraico. Mohamed Belhoucine, presunto morto in Siria e processato in contumacia, è stato condannato all'ergastolo.
Agli altri imputati è stato riconosciuto un ruolo minore. Per sei - tutti in qualche modo coinvolti nella ricerca delle armi da parte degli attentatori - è caduta l'aggravante terroristica. Alcuni, data la durata della carcerazione preventiva, hanno già espiato la pena inflitta loro.
Gli avvocati delle vittime hanno dichiarato che queste sentenze fanno comprendere alla società che senza una rete di appoggio non ci può essere terrorismo e che la partecipazione ad atti di questo tipo è punita in maniera pesante. Nell'attacco terroristico del 2015 al giornale satirico Charlie Hebdo sono morte 12 persone e altre 11 sono rimaste ferite. È stato il primo di una serie di attentati di stampo islamista che hanno scosso l'Europa negli ultimi anni.
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