Il 24 febbraio segna l’inizio ufficiale dell’invasione russa in Ucraina. Una “guerra lampo”, era stata definita inizialmente, una guerra che prosegue ormai da quasi due mesi, parlano i fatti. Sin dall’inizio, vi è stata una forte mobilitazione a favore di Kiev. Ma chi paga tutte le armi inviate nel paese? Lo abbiamo chiesto a Beda Romano, corrispondente da Bruxelles per Il Sole 24 ore dove segue le istituzioni comunitarie e la NATO.
"Dal punto di vista europeo, quando è scoppiata la guerra, i 27 paesi membri dell’Unione hanno deciso di utilizzare uno strumento, comunitario, seppur fuori bilancio, che permette all’Unione Europea di inviare armi a paesi terzi. È la prima volta che questo strumento viene utilizzato. Per il momento è stato usato fino a un massimo di un miliardo di euro, ma è già stato deciso di portare il totale a un miliardo e mezzo. Per utilizzare questo strumento, c'è stato bisogno dell'unanimità dei Paesi membri. Ed è da questo punto di vista particolarmente significativo perché vuole dire, in un modo o nell'altro, che l'Unione Europea viene coinvolta in un conflitto tra Paesi terzi".
Il fondo stanziato, si può quantificare?
"Da un punto di vista economico è difficile fare raffronti, siccome è la prima volta che viene utilizzato. Mi limiterei a osservare che gli Stati Uniti, che da tempo stanno aiutando l'Ucraina da un punto di vista militare, hanno inviato nel Paese negli ultimi mesi tre miliardi di dollari. Quindi più o meno il doppio rispetto all'Unione Europea".
I soldi stanziati per inviare armi, sono tutti a fondo perso o a un certo punto verrà chiesto all'Ucraina di ridare qualche cosa?
"Molto probabilmente gli invii da quando è scoppiata la guerra, sono a fondo perduto. Non dimentichiamoci però che l'Ucraina ha goduto di invio di armi da parte dei paesi occidentali nel corso degli ultimi otto anni, ossia fondamentalmente da quando la Crimea fu annessa dalla Russia nel 2014. Perché? Semplicemente perché l'Ucraina ha deciso di rafforzare il proprio esercito e rafforzare le proprie forze armate e ha quindi acquistato armi in giro per il mondo. I grandi produttori di armi sono i paesi occidentali e da questo punto di vista le armi molto spesso sono state acquistate dal Governo ucraino presso le aziende occidentali. Secondo le classifiche pubblicate proprio recentemente dalla stampa tedesca, il paese che ha inviato più armi in questi ultimi otto-dieci anni è stata la Francia".
L'intervista a Beda Romano
RSI Info 22.04.2022, 17:03
Contenuto audio
Inizialmente si pensava che questa sarebbe stata una guerra lampo. Nel corso delle settimane ci siamo accorti che invece è molto più lunga e complessa. Per quanti mesi è sostenibile questo tipo d'aiuto da parte, per esempio, dell'Unione Europea. Potrà continuamente aumentare questa spesa a beneficio dell'Ucraina?
"Dipende molto dai sentimenti che emergeranno nelle pubbliche opinioni occidentali. Tutti i Paesi membri hanno deciso all'unanimità di partecipare allo sforzo militare dell'Ucraina. Però bisogna far notare che vi sono, in alcuni paesi, dei dibattiti accesi, sia sul modo in cui aiutare l'Ucraina e sulla tempistica di questo aiuto. In particolare, in Germania è in corso un acceso dibattito in seno alla maggioranza che guida il paese. I Verdi e i liberali sono favorevoli all'invio di armi, in particolare di armi pesanti, mentre il Partito socialdemocratico, che è il partito che ha la maggioranza relativa, frena e preferisce inviare soltanto armi cosiddette leggere. Questo dibattito tedesco è particolarmente interessante e ha molto a che vedere con il rapporto molto complesso che la Germania ha con la Russia, perché il Governo è combattuto tra il desiderio di aiutare l'Ucraina, ma senza totalmente inimicarsi la Russia. Ma al di là di questo rapporto difficile tra la Germania e la Russia, mi sembra che questo dibattito tedesco sia un dibattito che in fondo è molto probabile che emerga in vari paesi europei, con l'andare del tempo".
Spostiamoci ora in Ucraina. Come fa l'Ucraina a pagare le spese di guerra e gli eventuali debiti?
"In questo momento l'Ucraina sta continuando a combattere grazie all'aiuto occidentale. Un aiuto che, come abbiamo visto, è certamente militare, ma è anche un aiuto umanitario ed economico. Gli Stati Uniti hanno versato all'Ucraina circa 13 miliardi di dollari in aiuti economici e umanitari nel corso delle ultime settimane. Il Paese temo che sia in grandissima recessione. Le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale sono drastiche da questo punto di vista ed è un po’ inevitabile vista la situazione del Paese. È anche vero che una parte del territorio è stata preservata dai combattimenti. Si deve presumere che in quella parte si continui ad avere una vita più o meno normale, ma è chiaro che il paese è in guerra e durante la guerra la situazione economica cambia radicalmente. Allora sì, è possibile che il Governo ucraino decida di emettere titoli di debito legati alla guerra nel tentativo di utilizzare i risparmi sia della collettività ucraina sia della comunità internazionale. Sono fenomeni che abbiamo visto anche in passato. Per esempio, negli anni Trenta, in Italia il Governo chiese l'aiuto finanziario della popolazione, per esempio chiedendo che si donasse l'oro alla patria, cosa che fu fatto da molti italiani negli anni Trenta. Non posso escludere che il Governo ucraino decide di fare la stessa cosa. Sono fenomeni naturali in un momento in cui il paese in guerra".
Mariupol sotto assedio
Telegiornale 22.04.2022, 12:30