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"Ci siamo aiutati con le grida"

Due soccorritori a bordo dell’Aquarius raccontano la loro esperienza

  • 18 giugno 2018, 15:34
  • 23 novembre, 01:08
02:04

Le testimonianze dei volontari dell'Aquarius raccolte da Davide Mattei a Valencia

rsi 18.06.2018, 13:26

"È impossibile addestrarsi a seguire le grida di chi affoga di notte in mezzo al mare": a parlare è Alessandro Porro, uno dei soccorritori italiani a bordo dell’Aquarius.

Suo malgrado è quello che ha dovuto fare lo scorso sabato, quando la nave gestita da SOS Mediterranée e Medici senza frontiere si è trovata a salvare due gommoni alla deriva: da lì è iniziato tutto.

Lo stop delle autorità italiane, l’attesa in mare, e la notizia che sarebbe stata la Spagna ad accoglierli. Poi il trasbordo sulle navi della Guardia costiera e della Marina italiana, lottando contro la diffidenza dei migranti.

"Pensavano fosse la guardia costiera libica e loro ne hanno fobia” racconta Massimo Belletti, altro volontario a bordo. In alcune occasioni sono gli stessi migranti a provare ad affondare il loro gommone quando vedono i libici, spiega, “piuttosto che tornare in Libia preferiscono annegare in mare”.

Vinte le reticenze e il mare grosso, ieri l’Aquarius è finalmente arrivato a Valencia, porto lontano ma aperto.

Davide Mattei

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