Dal 6 al 9 marzo, in provincia di Lodi, il tasso di diffusione del contagio ha rallentato la sua corsa rispetto alle settimane precedenti (per vedere i dati aggiornati clicca qui).
Dopo quasi tre settimane di divieti, blocchi e restrizioni, dunque, l’area dei dieci comuni italiani isolati dopo la scoperta del focolaio all’ospedale di Codogno, sta facendo registrare un piccolo, ma costante, rallentamento dell’epidemia. Tanto che oggi il fronte italiano più caldo dell’emergenza s’è spostato nel Bergamasco, nel Bresciano e in parte nel Milanese.
Il coronavirus ferma l'Italia
Telegiornale 10.03.2020, 13:30
"I sacrifici, anche durissimi, hanno funzionato", commenta l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera. "Dobbiamo ringraziare i cittadini di Codogno e degli altri paesi perché grazie a loro si è potuta rallentare l’epidemia".
L'ospedale di Codogno
Codogno, Castiglione e Casale sono stati il primo e più importante focolaio isolato in Lombardia e l’incendio non è ancora stato spento. Ma molti che hanno subito il contagio e manifestato forme lievi nel frattempo sono guariti, iniziando così ad alimentare il principio dell’immunità di gruppo, ossia la percentuale sempre crescente di popolazione che ha sviluppato gli anticorpi al virus. Elemento, questo, che viene ritenuto fondamentale per la regressione dei contagi.