L‘incursione ucraina nella regione russa di Belgorod è iniziata da oltre dieci giorni e rappresenta la maggiore operazione offensiva oltre confine delle truppe di Kiev dall’inizio del conflitto. Sia nel 2023 che nella primavera di quest’anno vi erano stati dei raid prolungati, della durata anche di alcune settimane, come quello cominciato lo scorso 12 marzo e conclusosi il 7 aprile. Per oltre tre settimane appunto reparti delle forze territoriali ucraine e unità paramilitari affiliate all’esercito erano penetrate negli oblast di Kursk e Belgorod per poi ritirarsi. Si era trattato di un’azione su piccola scala, con solo alcune centinaia di uomini impegnati, finita appunto con un nulla di fatto: niente conquiste territoriali, nessun equilibrio cambiato.
Sorpresa e contromisure
L’incursione su larga scala cominciata il 6 agosto ha coinvolto invece migliaia di militari, è molto più strutturata e la sua durata, come il suo esito, dipenderanno da un lato da quanto Kiev potrà sostenere la fase offensiva con le forze a disposizione, dall’altro ovviamente dalla reazione russa, che rispetto ai casi precedenti sta coinvolgendo comunque forze maggiori, in arrivo da altri quadranti. Va ricordato in ogni caso che il contesto è quello di una guerra di logoramento e il nuovo fronte di Kursk è solo uno dei vari, con quelli del Donbass e quello meridionale nelle regioni di Zaporizhia e Kherson. Dopo i primi giorni in cui il fattore sorpresa ha giocato un ruolo importante a favore dell’Ucraina, la Russia pare aver preso le contromisure, anche se le informazioni che arrivano dal territorio dei combattimenti non consentono di definire dettagliatamente il quadro dello scontro. In ogni caso possono essere considerati alcuni scenari futuri, a seconda di come si svilupperanno l’operazione ucraina e la risposta russa.
Obbiettivi ucraini
Da Kiev si sta ripetendo ogni giorno che l’incursione prosegue con successo e gli obbiettivi sono quelli di costringere la Russia a negoziare alle proprie condizioni nel caso dell’avvio di trattative di pace. La leadership ucraina ha ribadito che non è interessata a occupare il territorio russo, ma a mettere pressione sul Cremlino. Inoltre, l’offensiva si propone come scopo quello di costringere Mosca a riposizionare unità dal Donbass alla regione di Kursk. Secondo questo scenario favorevole a Kiev, dunque, con le forze russe costrette alla difensiva sul proprio territorio, obbligate a fermare l’avanzata nel Donbass per tamponare la falla al confine, incapaci di coagulare rinforzi sufficienti per la stabilizzazione e il respingimento, l’Ucraina si troverebbe in posizione vantaggiosa al tavolo dei negoziati. L’obbiettivo dichiarato da Volodymyr Zelensky nel piano di pace presentato nel novembre del 2022 e tutt’oggi non ancora aggiornato è quello del ritiro delle truppe russe dal Donbass e dalla Crimea.
Desideri e realtà
Allo stato attuale delle cose questo è lo scenario meno realistico. Da un lato perché già ora si intravede che l’incursione ucraina, anche se durerà qualche settimana o un paio di mesi, non potrà servire a cambiare gli equilibri della guerra: in primo luogo la dichiarazione iniziale di non voler conquistare territori tradisce l’incapacità di poterli davvero controllare in futuro; in secondo luogo c’è l’oggettivo sbilanciamento di forze e risorse, teorico e pratico, che va ancora a vantaggio della Russia. Al momento Mosca, pur avendo inviato rinforzi verso Kursk, ha aumentato la spinta nel Donbass e continua l’avanzata, mettendo in difficoltà ulteriore l’Ucraina. L’utilizzo da parte di Kiev di armi occidentali, dai missili a lunga gittata ai caccia F16 in azione da poche settimane, non pare essere decisivo per il ribaltamento del tavolo.
Lo scenario più verosimile è perciò quello secondo il quale tra qualche tempo la progressione ucraina in territorio russo arriverà all’esaurimento, come accaduto nelle precedenti occasioni, anche se su scala ridotta, riportando la situazione al punto di partenza, antecedente al 6 di agosto. A quel punto però si apriranno due altre variabili, quella per così dire favorevole a Kiev, con il mantenimento delle posizioni anche nel Donbass nonostante il fallimento dell’operazione a Kursk, e quella che potrebbe vedere Mosca prendere il sopravvento anche altrove. Sarebbe questo lo scenario peggiore per l’Ucraina, con la rottura progressiva delle linee sia sul fronte orientale che su quello meridionale a causa dell’incapacità di reggere l’urto della risposta russa a causa della dispersione delle risorse avvenuta in precedenza. L’offensiva ucraina in territorio russo è condotta insomma con alti obbiettivi a rischi ancora più alti, ha creato euforia e aspettative a Kiev, già i prossimi giorni e le prossime settimane indicheranno quali prospettive reali avrà.
Continua l'incursione ucraina
Telegiornale 17.08.2024, 20:00
L'esercito ucraino distrugge un ponte a Kursk
Telegiornale 17.08.2024, 12:30
RG 12.30 del 15.08.2024 La corrispondenza di Stefano Grazioli
RSI Info 15.08.2024, 12:33
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