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Rallenta l’offensiva ucraina nella regione di Kursk

Kiev crea un’amministrazione militare e rivendica nuove avanzate, Mosca annuncia invece la prima riconquista e rafforza la sua presenza anche negli oblast vicini

  • 15 agosto, 17:37
  • 15 agosto, 22:07
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Un cartello che indica Kursk a 108, nella zona di confine fra l'oblast russo e quello ucraino di Sumy

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Di: AFP/Reuters/pon 

Giunta al suo decimo giorno, l’incursione dell’esercito ucraino nell’oblast di Kursk rallenta, secondo quanto riferisce nel suo bollettino giornaliero l’Institute for the study of war, un’organizzazione statunitense. Il comandante in capo Oleksandr Syrsky nel corso di una riunione ai massimi livelli questo giovedì ha detto che le sue truppe controllano 82 località e 1’150 chilometri quadrati di territorio russo, dentro il quale sono avanzate per 35 chilometri. È stata inoltre creata un’amministrazione militare incaricata di gestire gli affari correnti e la logistica delle forze armate, un possibile segno della volontà di insediarsi a lungo. Mercoledì il ministro dell’interno Ihor Klymenko aveva dichiarato che Kiev intenderebbe creare una “zona tampone” a protezione della popolazione della fascia di frontiera sul lato ucraino, nella regione di Sumy, frequentemente bersagliata dall’artiglieria russa, tanto che nell’ultima settimana è stata ordinata l’evacuazione di circa 20’000 persone. Un obiettivo analogo a quello dichiarato dal Cremlino quando i russi avevano aperto nei mesi scorsi un nuovo fronte nei pressi di Kharkiv.

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RG 12.30 del 15.08.2024 La corrispondenza di Stefano Grazioli

RSI Info 15.08.2024, 12:33

  • foto generic akeystone

L’azione ucraina iniziata il 6 agosto - con un numero di uomini ora stimato fra 5’000 e 12’000 - è stata basata sulla sorpresa e sulla velocità più che sul consolidamento del controllo sul territorio attraversato. Forse anche per questo solo ora il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato il pieno possesso della cittadina di Sudzha, 5’500 abitanti, la più importante delle località nell’area dell’operazione ma anche una delle più vicine al confine di Stato. Un’affermazione peraltro contraddetta dal comandante delle forze speciali cecene che combattono nella zona, Apti Alaudinov.

La situazione resta molto dinamica e poco trasparente, con informazioni contraddittorie e non verificabili, rapidi spostamenti e rapporti di forza che localmente possono mutare velocemente. Da parte russa non solo i comunicati ufficiali ma anche mezzi di informazione come il portale “Meduza”, critico verso il Cremlino, giudicano esagerate le rivendicazioni ucraine: nelle mani delle truppe di Kiev ci sarebbero da 45 a 50 località e fra i 500 e i 700 km2 di territorio.

La risposta sul fronte russo si sta ancora faticosamente organizzando. Tuttavia, il Ministero della difesa di Mosca ha annunciato giovedì non solo di aver respinto altri attacchi, ma anche la prima riconquista, quella del villaggio di Krupets. Stando ad Alaudinov, sarebbe stato ripreso anche Martynovka, poco più a nord di Sudzha.

Forse per evitare nuove sorprese, il ministro Andrei Belousov ha intanto annunciato l’invio di rinforzi non solo nell’oblast di Kursk, ma anche per rafforzare la presenza al confine in quelle vicine di Belgorod e Bryansk, dove pure è vigore lo stato di emergenza. In totale in Russia sono circa 130’000 le persone che hanno dovuto abbandonare le loro case in seguito all’attacco.

Fra gli obiettivi ucraini ipotizzati dagli esperti c’è quello di distogliere le migliori truppe del Cremlino dal fronte del Donbass, dove dopo la fallita controffensiva di Kiev dell’estate scorsa i russi hanno ripreso ad avanzare, lentamente ma con costanza. La pressione tuttavia non accenna a calare e anzi Mosca ha rivendicato giovedì l’occupazione di un’altra località, Ivanivka, distante una decina di chilometri da Pokrovsk. Questa città, di circa 60’000 abitanti, è un importante snodo logistico.

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Kiev: "nuovi avanzamenti in territorio russo"

Telegiornale 15.08.2024, 20:00

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