L’Ucraina non ha intenzione di annettere territorio russo nell’oblast di Kursk, dove l’incursione di migliaia di uomini delle truppe di Kiev entra oggi, martedì, nella sua seconda settimana. Lo ha assicurato il portavoce del Ministero degli esteri Heorhii Tyhiy nel corso di una conferenza stampa. Secondo il diplomatico, si tratta di “un’operazione legittima” che prenderebbe fine se Mosca accettasse quella che il presidente Volodymyr Zelensky ha sempre chiamato “una pace giusta”, ritirando le proprie truppe dal 18% dell’Ucraina che oggi occupano. Inutile dire che non si tratta di condizioni che Mosca potrebbe accettare: le posizioni delle due parti su come mettere fine alle ostilità non potrebbero al momento essere più inconciliabili, in un momento in cui Kiev afferma di voler preparare entro le presidenziali statunitensi di novembre le basi per un vertice al quale anche il Cremlino sarebbe invitato, a differenza di quanto accaduto il 15 e 16 giugno al Bürgenstock in Svizzera.
L'operazione militare ucraina in Russia
Telegiornale 13.08.2024, 20:00
Il comandante delle forze ucraine Oleksandr Syrsky ha affermato martedì che i suoi uomini controllano attualmente 1’000 km2 nel Paese confinante, mentre l’agenzia AFP ha calcolato una superficie di 800 km2 sulla base delle informazioni raccolte dall’ISW, l’Institute for the study of war statunitense. A titolo di paragone, l’esercito russo nella sua lenta avanzata ha occupato da inizio anno 1’360 km2 di Ucraina, di cui 69 nell’ultima settimana.
La situazione nella regione di Kursk resta comunque molto fluida e le informazioni trapelano con parsimonia. Gli abitanti costretti all’evacuazione sono oltre 120’000. Lunedì Vladimir Putin aveva accusato la controparte di “una grave provocazione” e di volersi mettere in una posizione migliore in vista di possibili trattative. Interrogato dall’AFP, un alto responsabile ucraino aveva dichiarato che Kiev potrebbe servirsi di questi territori a fini politici, se Mosca si rivelasse incapace di riconquistarli. Un’ipotesi avvalorata martedì anche dal presidente Volodymyr Zelensky, che rivendicando il controllo su 74 località ha dichiarato che “il fondo di scambio sta crescendo”.
Vladimir Putin in riunione con responsabili militari e regionali lunedì
Mosca ha spedito rinforzi, ma la risposta russa all’incursione non è apparsa (ancora?) sufficientemente forte e coordinata da respingere l’invasione oltre confine. Il Ministero della difesa e il generale delle forze speciali cecene Akhmat, Apti Alaudinov, hanno assicurato tuttavia che - ricorrendo ampiamente ad aviazione ed artiglieria - l’esercito ha bloccato il tentativo ucraino di espandere ulteriormente le sue conquiste e sta continuando a bersagliare le retrovie nemiche nella regione di Sumy, dove 20’000 persone sono state sfollate. L’obiettivo, ribadito lunedì da Putin, è quello ora di scacciare i soldati di Kiev dal territorio russo. Gli stessi ucraini dicono di aspettarsi una robusta risposta e il profilo orografico non li avvantaggia: la zona è completamente pianeggiante.
La sorpresa incassata in questi giorni non sembra aver distolto le forze di Mosca dagli obiettivi che stanno perseguendo da mesi: fonti ucraine hanno affermato che gli attacchi nella regione di Donetsk sono aumentati di intensità negli ultimi giorni e il citato Institute for the study of war attesta nuovi progressi dei russi verso Pokrovsk e Toretsk, a Chasiv Yar e pure a Vovchansk, dove il 10 maggio Mosca aveva aperto un nuovo fronte presso Kharkiv e dove da alcune settimane la situazione pareva congelata.
Continua l'offensiva ucraina nella regione di Kursk
Telegiornale 13.08.2024, 12:30