Le frontiere fra Lituania, Estonia e Lettonia che erano state chiuse per arginare l’epidemia da coronavirus sono state riaperte dalla mezzanotte di venerdì. Subito è stata ribattezzata una "travel bubble", una bolla interna all'Europa, in cui è possibile muoversi liberamente attraverso i confini. Con la loro decisione (non molto diversa da quella adottata da Svizzera, Francia, Germania e Austria che entrerà in vigore il 15 giugno) le tre repubbliche baltiche. Estonia, Lettonia e Lituania, si sono dotate di regole comuni per consentire ai loro cittadini e residenti di spostarsi nuovamente da uno Stato all'altro. Un'esperienza che dovrebbe essere seguita da altri Stati europei. Le indicazioni dell'UE vanno nel senso di riaprire in maniera non discriminatoria le frontiere fra nazioni con una situazione epidemiologica analoga.
I passaggi fra Lituania, Estonia e Lettonia (dove complessivamente vi sono stati 150 decessi e negli ultimi giorni si registrano poche nuove infezioni) sono liberi ma sottoposti a due condizioni. La prima richiede a chi vuole varcare il confine di essere stato in uno dei tre paesi baltici nelle ultime due settimane. La seconda di non essere entrato in contatto con una persona risultata positiva al test del coronavirus. Chiunque provenga dall'esterno, invece, è tenuto a una quarantena di 14 giorni.
Il primo ministro lituano, Saulius Skvernelis, ha definito l'operazione "un'opportunità per l'economia di rimettersi in moto, e un barlume di speranza per le persone, che la vita torni alla normalità". Una normalità che dovrà anche permettere all'economia di riprendere un po' di slancio. In tutti e tre i paesi per quest'anno si prevede una contrazione dell'8%.