Congo, inchiesta dell’ONU in due fasi

Una missione sarà inviata nella Repubblica Democratica del Congo per accertare i fatti relativi alle violenze e violazioni denunciate nell’est del Paese. Lo ha deciso venerdì a Ginevra il Consiglio dell’ONU per i diritti umani, approvando un meccanismo in due tappe che prevede in seguito la creazione di una Commissione di inchiesta internazionale. I membri della missione, che farà rapporto fra sette mesi, saranno nominati dal commissario Volker Türk. La commissione sarà invece designata dall’ambasciatore svizzero Jürg Lauber.

Il testo esige anche il ritiro dei ribelli dell’M23. A dispetto di un cessate il fuoco da loro stessi annunciato dopo la conquista di Goma, metropoli nella regione del Nord Kivu, ricca di risorse minerarie, i guerriglieri appoggiati anche dall’esercito del vicino Ruanda hanno proseguito in questi giorni la loro avanzata anche nel Sud Kivu e si trovano ad alcune decine di chilometri dalla città di Bukavu. L’esercito congolese non riesce a contrastarli efficacemente.

Nelle ultime settimane si stima che 3’000 persone siano rimaste uccise negli scontri - ma secondo Türk sono probabilmente molte di più - e sono stati denunciati uccisioni e stupri di civili. Fra le vittime, mercoledì, anche tre dipendenti locali dell’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere. Circa 500’000 persone si sono aggiunte ai 6 milioni di profughi già presenti nell’area, dove il conflitto andava avanti già da anni prima di intensificarsi nelle ultime settimane e la crisi umanitaria è ormai una costante.

Kigali respinge categoricamente le accuse di coinvolgimento rivolte da Kinshasa e anche a Ginevra ha chiesto che siano le iniziative regionali.