La Corte suprema degli Stati Uniti consente al Texas di iniziare ad arrestare ed espellere chi entra illegalmente negli Stati Uniti. Con sei voti a favore e tre contrari, i “saggi” rifiutano di bloccare la nuova legge dello Stato, criticata aspramente dall’amministrazione del presidente Joe Biden, che l’ha definita un’intrusione senza precedenti nel potere federale di decidere le politiche sull’immigrazione.
Il mancato blocco della norma è una sconfitta per Biden sul tema dei migranti, al centro della campagna per le presidenziali di questo autunno.
La Corte d’appello frena la legge
Nel frattempo una corte d’appello federale (quinto circuito, con sede a New Orleans) ha congelato poco prima di martedì a mezzanote la legge. Lo riportano svariate agenzie anglofone, tra cui la BBC. Una decisione che arriva poche ore dopo il via libera della Corte Suprema USA, che aveva dato il suo nullaosta con sei voti a favore e tre contrari, scatenando le critiche della Casa Bianca.
Ora, come specificato dal New York Times, bisogna capire se il congelamento rappresenta una sospensione a lungo termine o se, come ha suggerito il presidente Joe Biden, si tratta di un testo anticostituzionale.
Il reportage dal Texas di Massimiliano Herber
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