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Dimissioni al vertice dell’esercito israeliano

“Riconosco il mio fallimento” nel prevenire gli attacchi del 7 ottobre 2023, scrive il capo di stato maggiore Herzi Halevi. E l’opposizione chiede anche la cacciata di Netanyahu

  • Ieri, 16:42
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Il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi

Di: ATS/Bleff 


Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi si è dimesso martedì, riconoscendo la sua responsabilità nel “fallimento” nel prevenire l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, tre giorni dopo l’inizio di un fragile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Il generale Herzi Halevi ha ammesso nella sua lettera di dimissioni che “non tutti gli obiettivi della guerra sono stati raggiunti”. “Riconoscendo la mia responsabilità nel fallimento dell’esercito il 7 ottobre 2023, chiedo di terminare le mie funzioni”, ha scritto. “L’esercito continuerà a combattere per portare avanti lo smantellamento di Hamas e delle sue capacità di potere,” così come “il ritorno degli ostaggi”, ha aggiunto.

Il leader dell’opposizione, Yair Lapid, da parte sua ha chiesto le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu, che aveva promesso, dopo l’attacco, di distruggere il movimento islamista palestinese. L’entrata in vigore domenica di una tregua di sei settimane ha segnato l’inizio di un processo ancora incerto, destinato a porre fine alla guerra scatenata da questo attacco senza precedenti nella storia di Israele.

“Ora è tempo che assumano le loro responsabilità e si dimettano - il primo ministro e tutto il suo governo catastrofico,” ha dichiarato Lapid sul social network X. L’attacco di Hamas ha causato la morte di 1’210 persone dalla parte israeliana, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani. L’offensiva israeliana di rappresaglia nella Striscia di Gaza ha fatto invece almeno 46’913 morti, per la maggior parte civili, secondo i dati del ministero della Salute del governo di Hamas, considerati affidabili dall’ONU.

Rischio di stop al “cessate il fuoco”

Dopo mesi di negoziati infruttuosi, il Qatar e gli Stati Uniti, due dei paesi mediatori, hanno annunciato il 15 gennaio un accordo di cessate il fuoco, concluso a pochi giorni dall’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump. Il Qatar si è dichiarato “fiducioso” martedì sull’implementazione dell’accordo, dopo i dubbi espressi dal presidente americano sulla sua solidità.

“Non è la nostra guerra, è la loro. Ma non sono fiducioso,” ha dichiarato Donald Trump. Il portavoce della diplomazia qatariota ha comunque sottolineato che “la minima violazione da parte di una delle due parti o una decisione politica (...) potrebbe ovviamente condurre” al “crollo” del cessate il fuoco.

Dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani e di 90 prigionieri palestinesi detenuti da Israele, Hamas dovrebbe liberare sabato quattro israeliane trattenute a Gaza, durante il secondo scambio previsto dall’accordo di tregua, ha annunciato un alto dirigente del movimento all’AFP.

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Regge la tregua a Gaza

Telegiornale 20.01.2025, 20:00

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