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Dopo un mese le truppe israeliane “nel cuore di Gaza”

L’esercito israeliano sostiene che la presa si stia stringendo - Secondo Hamas tra i morti nella Striscia anche più di 4’000 bambini

  • 7 novembre 2023, 23:02
  • 7 novembre 2023, 23:24

Israele-Hamas, un mese di guerra

Telegiornale 07.11.2023, 20:32

  • Keystone
Di: ATS/AFP/OCartu

Gaza City è ormai un campo di battaglia, dove si combatte strada per strada. Israele, a un mese esatto dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, continua ad avanzare nell’enclave palestinese dopo aver tagliato in due la Striscia. I morti a Gaza denunciati dalle autorità di Hamas sono arrivati a 10’328, fra cui 4’237 minori e 2’741 donne.

“Per la prima volta da decenni stiamo combattendo nel cuore di Gaza City, nel cuore del terrore”, ha annunciato il comandante israeliano del fronte sud Yaron Finkelman. Mentre il ministro della Difesa Yoav Gallant ha messo nel mirino direttamente il capo di Hamas nella Striscia: Yahya Sinwar “si nasconde nel suo bunker” e non ha più “contatti con i suoi associati”, ma “sarà eliminato” anche lui.

Israele a caccia delle roccaforti di Hamas

Israele martedì ha osservato un minuto di silenzio con tantissime manifestazioni in tutto il Paese in memoria dei circa 240 ostaggi e dei quasi 1’400 uccisi dall’avvio del conflitto. Mentre Hamas ha celebrato a modo suo l’attacco di un mese fa. Il numero due dell’ufficio politico della fazione, Moussa Abu Marzouk, in un’intervista alla BBC ha negato che il 7 ottobre siano stati uccisi civili ma solo “riservisti e soldati”, così come avrebbe ordinato il leader dell’ala militare delle Brigate Qassam, Mahammed Deif. Dichiarazioni che la stessa emittente ha definito in palese contraddizione con le numerose prove raccolte nei kibbutz di frontiera assaltati dai jihadisti.

L’esercito intanto continua a concentrarsi sull’individuazione delle roccaforti di Hamas, dei suoi tunnel e sull’eliminazione dei capi della fazione islamica. Secondo stime dell’Idf, dall’avvio della guerra sono stati colpiti più di 14’000 obiettivi a Gaza, distrutti più di 100 ingressi di tunnel e trovate 4’000 armi e razzi nascosti nelle infrastrutture civili. Al tempo stesso anche oggi è stato aperto un corridoio umanitario di poche ore per permettere il trasferimento della popolazione dal nord al sud della Striscia. È in questa occasione - secondo un video diffuso dall’esercito - che si sono visti stremati cittadini palestinesi innalzare bandiere bianche.

Hamas da parte sua ha denunciato un bombardamento israeliano sull’ospedale al-Quds di Gaza City, ma l’esercito di Tel Aviv ha ribattuto di aver attaccato “terroristi che erano sistemati in un palazzo vicino” al nosocomio. Il portavoce militare ha annunciato tra l’altro che sono state scoperte altre postazioni, tra cui una vicino ad una ruota panoramica di un parco giochi.

Gaza, ha denunciato Gallant, è “la più grande base del terrore che l’umanità abbia costruito” e le truppe di terra hanno assaltato le roccaforti di Hamas “da tutte le direzioni, in perfetto coordinamento con le forze marittime e aeree. La presa attorno a Gaza City - ha insistito - si sta stringendo”.

Appelli per cessare il fuoco

Mentre l’esercito israeliano ha intensificato la sua campagna di bombardamenti aerei e marittimi, le ONG, le Nazioni Unite, i leader del mondo arabo e altri Paesi continuano a chiedere un cessate il fuoco. Un’idea respinta anche dagli Stati Uniti, stretto alleato di Israele, che spingono per “pause umanitarie” e insistono sul “diritto di Israele a difendersi”.

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  • Keystone

Razzi anche su Tel Aviv

Anche oggi sono piovuti razzi sia nel sud di Israele sia su Tel Aviv, dove le sirene di allarme hanno mandato la gente nei rifugi. Al valico di Rafah sono continuati a passare gli stranieri, i cittadini con doppio passaporto e i feriti, mentre sono entrati altri aiuti umanitari. Finora secondo Israele - che ha ribadito il “no” a ogni cessate il fuoco e a pause umanitarie - sono arrivate 3’000 tonnellate di cibo, oltre 1’720 di medicinali e oltre un milione di tonnellate d’acqua. La Croce Rossa ha fatto sapere invece che un suo convoglio umanitario è stata colpito a Gaza.

Il Libano è diventato il secondo fronte

Mentre la Cisgiordania continua a restare terreno di scontro con l’uccisione di altri tre palestinesi e l’arresto di militanti di Hamas, il Libano è il vero secondo fronte. Nella sola giornata di martedì sono stati 20 i razzi sparati contro Israele, che ha risposto attaccando al di là della frontiera. Rapporti citati da Haaretz finora non confermati hanno riferito di caccia con lo Stella di David che hanno sorvolato Beirut.

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