Doppio smacco per Donald Trump

Donald Trump continua anche in queste ore a considerarsi vincitore delle elezioni presidenziali statunitensi di quindici giorni fa, evocando brogli ed irregolarità, ma nelle ultime ore tali accuse sono state ulteriormente incrinate dalle decisioni della Corte suprema dello Stato della Pennsylvania e dalla certificazione del risultato alle urne in Michigan.

Nel primo caso i giudici hanno stabilito che i responsabili delle operazioni di voto a Filadelfia non hanno impropriamente bloccato i funzionari della campagna del presidente dal monitorare lo scrutinio. Si tratta di una decisione importante visto che finora la lamentela più ripetuta dal presidente e dal suo staff è stata quella del mancato controllo del conteggio delle schede a Filadelfia.

Lo Stato del Michigan ha visto invece la retromarcia dei repubblicani, i quali, all’interno del Consiglio elettorale della Contea di Wayne (dove si trova Detroit, e a maggioranza democratica), hanno prima rifiutato di certificare i risultati del voto del 3 novembre per poi, dopo una pioggia di polemiche, cambiare idea e procedere con l'autenticazione.

I due consiglieri repubblicani avevano inizialmente votato “no” all'autenticazione, proponendo un via libera senza Detroit. Una proposta però che è stata respinta poiché ritenuta razzista visto che la maggioranza della popolazione nella metropoli è afroamericana e ha votato per Joe Biden.

Trump silura responsabile cybersicurezza elettorale

Intanto Trump ha licenziato il responsabile per la cybersicurezza Chris Krebs per aver definito le elezioni 2020 le più sicure della storia. E se l’inquilino uscente della Casa Bianca ha twittato che “le dichiarazioni di Chris Krebs sulla sicurezza delle elezioni 2020 sono state molto inaccurate, in quanto ci sono state frodi”, quest’ultimo ha risposto ancora su Twitter di essere stato "onorato di servire" il Paese, ribadendo di "aver fatto bene: difendere oggi, assicurare domani".