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Dove Mosca ha le armi spuntate

I problemi per l'offensiva in Ucraina: logistica, addestramento e comunicazioni sono i punti deboli della macchina militare russa; intervista ad un esperto

  • 27.04.2022, 08:39
  • 20.11.2024, 16:02
Un carro armato russo distrutto poche settimane fa in un villaggio della regione di Kiev

Un carro armato russo distrutto poche settimane fa in un villaggio della regione di Kiev

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Che giudizio si può trarre sulla macchina militare russa, dopo che ormai sono trascorsi più di due mesi dall'inizio della guerra in Ucraina? L'offensiva ha avuto momenti di forte impeto, ma anche rallentamenti e fasi di indubbia difficoltà. Le forze di Mosca sono sostanzialmente riuscite a conquistare una fascia di continuità territoriale fra la Crimea e le repubbliche separatiste del Donbass. Hanno però dovuto accantonare l'idea di occupare Kiev e subìto, finora, considerevoli perdite di effettivi e materiale.

Quale lettura si può dare, allora, a queste discontinuità? A fornircela è Tiziano Ciocchetti, studioso di scienze strategiche e militari e responsabile per i dossier militari della testata giornalistica Difesaonline. La premessa da fare è che prima dell'invasione dell'Ucraina la Russia si è impegnata in vari conflitti, classificabili però "come asimmetrici e non certo come guerre convenzionali". E fatta eccezione per l'intervento in Siria, nel quale "l'apparato militare russo ha dato una buona prova di sé", nelle altre occasioni "la macchina militare non ha espresso un elevato grado di efficienza".

Ciocchetti

Tiziano Ciocchetti, studioso di scienze strategiche e militari, è uno dei responsabili della testata specializzata Difesaonline

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Punti di forza e debolezze

Ma allora come si profila la macchina da guerra russa nel raffronto internazionale? In alcuni settori, risponde l'esperto, si constata un buon livello, sicuramente comparabile a quello delle forze occidentali. In certi comparti, inoltre, "preparazione e capacità sono anche superiori a quelle che possono mettere in campo per esempio USA e Regno Unito". I russi "possono schierare sistemi che la NATO non possiede, come i razzi ipersonici Iskander, i cosiddetti sistemi di teatro" in grado di eludere i sistemi antimissile, "che sono a corto e diciamo anche a medio raggio, perché ci sono dei sistemi che possono arrivare anche a 1'500 chilometri". Il dispositivo di Mosca, quindi, spicca certamente per l'imponenza dell'artiglieria che, fra obici, cannoni, lanciarazzi e altri armamenti, "è sempre stato il punto di forza dell'esercito sovietico e poi anche adesso dell'esercito russo".

Gli Iskander, in grado con la loro velocità ipersonica di eludere i sistemi antimissile, sono fra le armi più sofisticate delle forze russe

Gli Iskander, in grado con la loro velocità ipersonica di eludere i sistemi antimissile, sono fra le armi più sofisticate delle forze russe

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Fin qui, i punti di forza. Dove risiedono, invece, le vulnerabilità del sistema? "Se io dovessi individuare un punto debole", risponde Ciocchetti,"lo ravviserei decisamente nella logistica", ossia in quella catena che comprende tutto ciò che è necessario per alimentare una manovra offensiva. Qui si constatano lacune e ritardi con radici storiche profonde. All'epoca della Seconda Guerra Mondiale, rammenta, fu "grazie ai rifornimenti dagli Stati Uniti, grazie ai camion forniti dagli americani" che i sovietici poterono alimentare le loro offensive verso ovest. Ciò evidenziava un deficit in campo logistico destinato a consolidarsi storicamente e a risultare evidente ancora oggi. E in Ucraina "questo lo abbiamo visto anche con la mancanza di approvvigionamenti: sia di munizioni, che di cibo per le truppe impegnate in prima linea", sottolinea lo studioso.

Le forze russe, in gran parte organizzate secondo la coscrizione obbligatoria, risentono per questo di problemi legati ad un livello di addestramento non ottimale

Le forze russe, in gran parte organizzate secondo la coscrizione obbligatoria, risentono per questo di problemi legati ad un livello di addestramento non ottimale

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Non sono però solo le lacune in campo logistico a incidere sull'efficienza delle forze russe. Altre difficoltà, precisa l'esperto, sono infatti da ricondurre ad un livello non ottimale di addestramento degli effettivi. Sotto questo profilo, va ricordato che una gran parte delle forze armate è ancora "sotto la coscrizione obbligatoria, che è stata diminuita ad un anno dal 2008". Il livello di addestramento non può quindi essere quello di un esercito completamente professionale. Nell'insufficiente preparazione cui sono sottoposti i soldati va quindi individuata un'altra seria lacuna. E questo connubio fra problemi logistici e di addestramento "determina quindi deficienze molto gravi per un apparato militare".

Un affondamento e non pochi interrogativi

Si è poi a più riprese parlato, specie nelle prime settimane del conflitto, di lacune per la Russia anche nel campo delle comunicazioni, facilmente intercettabili. Ma si tratta di un'impressione fondata? Il contesto che racchiude i settori cruciali di comando, controllo, comunicazioni e intelligence dovrebbe in effetti "essere migliorato in ambito russo", sostiene Ciocchetti. Ma le comunicazioni, precisa, possono essere facilmente intercettate "se comunque dall'altra parte c'è un'altra superpotenza come gli Stati Uniti che, insomma, coadiuva gli ucraini". Con un simile supporto risulta così possibile "intercettare e offuscare sistemi sofisticati" come, secondo quest'esperto, è accaduto nelle circostanze dell'affondamento nel Mar Nero della nave ammiraglia Moskva.

Colpita e affondata: l'ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, colata a picco due settimane fa

Colpita e affondata: l'ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, colata a picco due settimane fa

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Proprio la perdita di questo incrociatore, due settimane fa, ha alimentato ulteriori interrogativi sulle capacità belliche della Russia. La dinamica dell'affondamento è certamente singolare, se si considera che è stata causata da un missile subsonico "che non ha nulla di avveniristico". Resta quindi da capire "come mai gli ucraini siano riusciti a esporre un sistema missilistico da terra", lanciando il razzo da una batteria su ruote, "senza che i sistemi di osservazione russi se ne accorgessero". Quando infatti si attiva il radar di un missile, spiega Ciocchetti, "è come se si accendesse un fiammifero in una stanza buia". E una superpotenza come la Russia, dotata di apparati satellitari, "doveva accorgersene", avrebbe dovuto intercettare il lancio. "Ci sono state quindi varie lacune" nella capacità "di coordinare i sistemi a bordo delle unità navali presenti nel Mar Nero", ma, precisa lo specialista, anche il ruolo di un aereo spia statunitense, un P-8 Poseidon, che in quel momento stava sorvolando l'area.

Più in generale va tuttavia osservato che la Russia è sempre stata una potenza terrestre, ma non è mai stata una talassocrazia. Gli Stati Uniti nascono invece storicamente come potenza marittima: "il che non vuol dire avere solo una flotta potente e articolata", ma anche "tutto un apparato politico e industriale" in grado di sostenerla, sottolinea l'esperto. E anche qui, insomma, emergono limiti derivanti da sensibili ritardi. Quanto alla nave affondata, si trattava di un'unità varata 50 anni fa, per quanto in seguito ammodernata. Ma il punto è che "i russi concepiscono principalmente le navi come piattaforme per il lancio di missili". Quindi la Moskva "non era coordinata con capacità di controllo e comando che le permettessero di intercettare" missili.

Guerra-lampo: un'idea fallace

Sul terreno, intanto, Mosca non ha certo utilizzato tutto il potenziale bellico di cui è capace. Gli effetti per l'Ucraina sono certamente devastanti, ma mai come quelli che potrebbe determinare un attacco ben più sistematico. L'offensiva che i russi hanno lanciato, sottolinea Ciocchetti, "non è la classica operazione su vasta scala che avrebbero intrapreso ai tempi della Guerra Fredda, nel caso in cui avessero voluto invadere la Germania Ovest". Quindi, nessuna concentrazione di grossi quantitativi di artiglieria e nessun massiccio fuoco di sbarramento, prima di avanzare con mezzi corazzati. È parere di quest'esperto, anzi, che i russi abbiano per così dire proceduto "col freno a mano tirato; altrimenti i danni sarebbero stati 10 o 20 volte maggiori". Ma perché questo freno? L'Ucraina, ricorda lo studioso, possiede grossi centri abitati. "E utilizzare un massiccio fuoco d'artiglieria, con conseguenze per i civili disastrose ai fini propagandistici, non sarebbe stato" sostenibile per il Cremlino.

Un convoglio di mezzi blindati russi, qui ripreso nei pressi del porto strategico di Mariupol

Un convoglio di mezzi blindati russi, qui ripreso nei pressi del porto strategico di Mariupol

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Però non c'è neppure stata, osserviamo, quella
Blitzkrieg che ci si aspettava fin dai prodromi del conflitto... "Non mi sembra che il Cremlino abbia mai parlato di guerra-lampo", replica Ciocchetti, osservando che questo discorso ha semmai caratterizzato la narrazione del conflitto da parte occidentale: "direi che ce la siamo un po' inventata noi , la guerra-lampo, perché siamo abituati a pensare che adesso le guerre inizino e finiscano nell'arco di poche settimane". Ma la realtà è ben diversa. Quanto a Mosca, ha evidentemente degli obiettivi "che necessitano di tempistiche ben definite", ma l'impressione è che finora non abbia utilizzato i propri migliori effettivi, ossia quelle "
Unità della Guardia, che sono dotate di equipaggiamenti più moderni". In ogni caso Ciocchetti si dice piuttosto scettico sull'ipotesi che la Russia, con il suo attacco, abbia fatto una sorta di salto nel buio. "Credo che ci sia stata una pianificazione", afferma. Dopodiché "uno utilizza gli strumenti di cui dispone", posto che non è certo possibile "cambiare in quattro e quattr'otto il proprio dispositivo militare".

E ora?

Ora però l'Ucraina continua a resistere e l'Occidente sembra apprestarsi a sostenerla in modo ben più incisivo. Ma con quali prospettive per gli sviluppi del conflitto? Nelle ultime settimane, osserva l'analista, ci si sta in effetti predisponendo per inviare all'Ucraina mezzi come semoventi d'artiglieria, semoventi antiaerei e carri armati. Armamenti pesanti, quindi, che ovviamente necessitano anche di "tempi più lunghi e di una logistica più accurata rispetto ad armi leggere come mitragliatrici, missili anticarro e missili spalleggiabili antiaerei".

In Occidente ci si appresta ormai a rifornire l'Ucraina con armamenti pesanti, come mezzi semoventi d'artiglieria

In Occidente ci si appresta ormai a rifornire l'Ucraina con armamenti pesanti, come mezzi semoventi d'artiglieria

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La possibilità di una intensificazione dei combattimenti da parte della Russia dipenderà quindi dalla resistenza opposta dagli ucraini, ma anche dai flussi di queste forniture militari. Con queste premesse, insomma, "la Russia probabilmente intensificherà sempre di più la sua offensiva e il livello di coinvolgimento di armamenti e truppe". Ma c'è poi un altro discorso: quello legato al fatto che le stesse forniture militari potrebbero presto finire nel mirino di Mosca. Prima o poi, sostiene Ciocchetti, i russi cominceranno a colpire i convogli con i rifornimenti occidentali. "Questo è indubbio", afferma, "perché stanno aumentando continuamente di intensità". Una prospettiva, quindi, assai concreta. E certamente fra le più temute.

Alex Ricordi

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