FBI, attentatore New Orleans un lupo solitario

Shamsud-Din Jabbar, il 42enne che ha investito la folla con il suo furgone pick-up a New Orleans, uccidendo 14 persone prima di essere abbattuto, ha con ogni evidenza agito da solo. “Non crediamo che sia coinvolto nessun altro”, ha detto in conferenza stampa il viceassistente del direttore dell’FBI Christopher Raia, che coordina le indagini.

Inoltre, al momento non risulta alcun collegamento con l’esplosione di una Tesla avvenuta sempre ieri davanti al Trump Hotel di Las Vegas, in cui un uomo è rimasto ucciso. L’indagine però è ancora ad uno stadio molto iniziale.

Per gli inquirenti non c’è dubbio che si tratti di un atto di terrorismo e che l’uomo sia stato ispirato dall’ISIS: una bandiera dello stato islamico è stata rinvenuta sul furgone (affittato a Huston, in Texas) e cinque video a pubblicazione temporizzata sono stati postati su Facebook da Jabbar lungo il viaggio verso la Louisiana.

Nato negli USA e veterano dell’esercito, Jabbar, che ha prestato giuramento di fedeltà all’ISIS prima dell’estate, voleva inizialmente colpire la sua famiglia e i suoi amici, ma era preoccupato che il gesto non avrebbe ricevuto sufficiente copertura mediatica.

L’uomo aveva anche piazzato nei pressi di Bourbon Street, luogo dell’attacco, due ordigni rudimentali, nascosti in refrigeratori, che però sono stati neutralizzati dagli artificieri. La situazione in città è considerata sicura e la scena del crimine non è più bloccata dalla polizia.

Gli inquirenti hanno recuperato due laptop e tre PC che vengono passati al setaggio, cosi come si sta ricostruendo la storia personale di Jabbar facendo appello a conoscenti e compagni d’armi.