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Financial Times: Zelensky è la "Persona dell'anno"

Il quotidiano elogia la "straordinaria dimostrazione di leadership" dell'ex attore, definendolo un moderno Churchill. Scattato il limite di prezzo per il petrolio russo

  • 5 dicembre 2022, 11:35
  • 20 novembre, 14:18
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è la "Persona dell'anno" per il Financial Times

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è la "Persona dell'anno" per il Financial Times

  • Keystone
Di: AFP/ATS/AP/EnCa 

Il quotidiano britannico Financial Times ha nominato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Persona dell'anno” 2022: lo riporta lo stesso FT nella sua edizione online lunedì. Il giornale ha attribuito la decisione alla "straordinaria dimostrazione di leadership e forza d'animo" del capo di Stato di Kiev, definendolo "un Churchill per l'era dei social media".

In un'intervista al periodico il leader ucraino ha dichiarato di essere "più responsabile che coraggioso... Odio deludere le persone". E poi: "Voglio solo catturare una carpa nel fiume Dnipro". Per il Financial Times Zelensky "incarna la resilienza del suo popolo ed è diventato un portabandiera della democrazia liberale".

Intanto sul campo lunedì si è registrato un pesante attacco dell’esercito di Mosca contro Kryvyi Rih, proprio la città natale del presidente Zelensky, situata nel sud del Paese. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare, Oleksandr Vilkul. "Kryvyi Rih. Diverse potenti esplosioni hanno scosso la città. Non filmate e non pubblicate nulla sui social media", ha scritto Vilkul senza specificare se ci siano feriti o vittime. Le bombe e i missili dei russi hanno colpito pure Kostiantynivka, nell'Oblast di Donetsk, come pure Zaporizhya e svariate altre località ucraine.

Sul fronte opposto, sempre lunedì un drone kamikaze ha colpito la pista della base aerea russa di Engels-1, nella regione di Saratov, a circa 600 km dal confine ucraino, danneggiando due bombardieri strategici TU-95, utilizzati spesso per bombardare obiettivi civili in Ucraina: lo riporta l'Ukrainska Pravda aggiungendo che almeno due militari sono rimasti feriti e sono stati ricoverati in ospedale.

L'attacco con il drone nella base aerea di Engels-1, nella regione di Saratov, segue l'esplosione di un'autocisterna carica di carburante avvenuta sempre lunedì in un aeroporto militare vicino alla città di Ryazan, a sud-est di Mosca, che ha provocato tre morti e almeno cinque feriti.

In vigore il "price cap" al petrolio russo

Adottato dall'UE, dai Paesi del G7 e dall'Australia, il tetto massimo del prezzo del petrolio russo, entrato in vigore da oggi, lunedì, mira a limitare le entrate del Cremlino ma permette nel contempo che quest'ultimo continui a rifornire il mercato mondiale. L'attivazione di un “price cap” coincide con l'entrata in vigore di un embargo UE sul petrolio russo trasportato via mare – a diversi mesi di distanza dalla decisione simile già attuata da Stati Uniti e Canada.

Tuttavia, la Russia è il secondo esportatore mondiale di greggio e, senza questo limite deciso politicamente, per Mosca sarebbe facile trovare nuovi acquirenti a prezzi di mercato più elevati. Il meccanismo adottato prevede quindi che il petrolio russo possa continuare ad essere consegnato, ma solo se venduto a un prezzo pari o inferiore a 60 dollari al barile. E oltre tale limite sarà vietato alle imprese con sede in Paesi UE, del G7 e in Australia fornire servizi che consentano attività marittime legate al greggio di Mosca (commercio, trasporti, assicurazioni, armatori, eccetera).

L'Occidente ha adottato, a 60 dollari, un livello di prezzo ben al di sopra dell'attuale costo di produzione del petrolio in Russia, in modo che Mosca abbia un incentivo a continuare a pompare petrolio greggio - poiché questo continuerà a fornirle entrate, anche se queste ultime sarà limitato dal prezzo “limitato”.

"La Russia deve mantenere un interesse a vendere il suo petrolio", altrimenti potrebbe ridurre l'offerta mondiale e far salire i prezzi, ha spiegato un funzionario europeo, che non crede alle minacce del Cremlino di fermare le consegne ai Paesi che adotteranno il tetto massimo al suo greggio. A suo avviso la Russia si preoccuperà di mantenere ottimale lo stato delle sue infrastrutture petrolifere, che verrebbero danneggiate in caso di arresto della produzione, e di salvaguardare la fiducia dei suoi principali clienti in ambito petrolifero, tra i quali spiccano Cina e India.

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