Non si placa la mobilitazione dei sindacati francesi contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron e dal Governo. Riforma che, tra le varie cose, innalzerebbe l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Oggi, martedì, si è svolta la seconda manifestazione contro il progetto di legge e secondo la CGT (la conferenza generale del lavoro, la principale confederazione sindacale) a Parigi hanno partecipato oltre 500'000 persone. Secondo la prefettura, i manifestanti sono invece stati 87'000.
Si sciopera anche in Francia
Telegiornale 31.01.2023, 13:30
Alla prima mobilitazione, lo scorso 19 gennaio, presero parte alle proteste nella capitale 400'000 persone secondo gli organizzatori (80'000 stando al Ministero dell’interno).
Proteste si sono svolte anche in altre città francesi, dove i numeri della mobilitazione sono stati in linea e in alcuni casi superiori rispetto alla prima giornata di proteste. A Marsiglia, per esempio, la prefettura ha contato 40'000 partecipanti, contro i 26'000 della volta precedente. I sindacati sostengono per parte loro che nella città del sud della Francia, oggi, hanno protestato 200'000 persone.
Blocchi nelle raffinerie non esclusi
Inoltre, la CGT ha dichiarato oggi di non escludere blocchi nelle principali raffinerie del Paese la prossima settimana: una mossa che punta a incidere sull’economia per costringere il Governo a cambiare rotta.
Strada in salita anche in Parlamento
Secondo vari sondaggi, la riforma è invisa alla maggioranza della popolazione. Il testo potrebbe anche fare fatica a superare lo scoglio parlamentare, in quanto i partiti del fronte presidenziale dispongono solo della maggioranza relativa e si temono defezioni nei ranghi dei “macroniani ” stessi e soprattutto da parte di alcuni deputati dei Repubblicani: alleati di comodo della maggioranza presidenziale ma che questa volta potrebbero provocare la bocciatura del progetto.
L’Esecutivo avrebbe la possibilità di impugnare l’articolo 49/3 della Costituzione, che permette di approvare un disegno di legge senza passare dal voto del Legislativo. Tuttavia, questo strumento è già stato usato più volte e impiegarlo nuovamente per un tema così delicato potrebbe provocare conseguenze politiche maggiori per i partiti schierati con l’Eliseo.
Macron e il Governo sostengono per parte loro la necessità di riformare il sistema, innalzando anche l’età pensionabile, per garantire la stabilità finanziaria. Per i partiti di opposizione – il blocco di sinistra e l’estrema destra del Rassemblement National – i rappresentanti dei lavoratori e, appunto, una grande maggioranza della popolazione puntano invece il dito contro un abbassamento generale degli assegni e, soprattutto, contro il fatto che bisognerà lavorare più a lungo, aspetto che penalizza soprattutto chi compie lavori fisici e usuranti.